Utilizzo fonetico dei pittogrammi nella tradizione manoscritta Dongba

Con il nome Dongba (Naxi: dto mbal, Cinese Mandarino: 东巴, pinyin: dōng bā) si intende principalmente sia la tradizione religiosa e sciamanica del popolo Naxi, sia il sacerdote stesso di tale religione, la figura centrale di tutta la parte "vocale e pratica", che adempie alle cerimonie proprie della suddetta tradizione, si dedica alla compilazione dei manoscritti recitati-cantati e danzati nei rituali specifici.

Il termine Dongba viene così anche riferito

  • alla stessa tradizione manoscritta;
  • al sistema di scrittura pittografico, il sistema peculiare con cui questi manoscritti vengono realizzati su pagine di papiro prodotto localmente, rilegate cucite lungo il margine sinistro in volumi dedicati ai rituali delle cerimonie sciamaniche.
  • Il termine Dongba è dunque è un nome polivalente, ed oltre ai principali significati appena descritti esso viene utilizzato per indicare:

  • Tipologia di danza, musica e canto direttamente derivata dall'esecuzione delle cerimonie religiose della medesima tradizione (Rees H. 2000)
  • Tipologia artistica sacra antica, espressasi nella realizzazione di affreschi murali come l'importantissimo ciclo di affreschi del tempio di Baisha, nella produzione di Tanka, nella produzione di tavolette lignee votive dipinte, nella produzione di manoscritti illuminati. (McKhann, 2003)
  • Tipologia artistica moderna e contemporanea che si esprime nella pittura, nella scultura e nella calligrafia conosciuta anche come Scuola d'arte Moderna Dongba, (McKhann, 2003)
  • Produzione artigianale ispirata o direttamente copiata dal corpus pittografico e dalle iconografie artistiche della tradizione religiosa sciamanica.
  • L’invenzione della scrittura pittografica Dongba viene attribuita al re Naxi Mubao Azong, nel XIII secolo d.C., ed è una scrittura settoriale, utilizzata esclusivamente dagli sciamani per la redazione di quei manoscritti e delle forniture necessarie all’esecuzione dei rituali.

    Il corpus di manoscritti appartenenti alla tradizione pittografica costituisce dunque la letteratura Dongba, e conta alcune migliaia di volumi, distribuite principalmente nelle istituzioni museali di Lijiang ed in altri enti mondiali, come la Library of Congress – http://www.loc.gov

    Così come già individuato da Joseph Rock, pioniere nello studio della tradizione Dongba e della cultura Naxi, i pittogrammi Dongba sono utilizzati anche con valore fonetico; questo aspetto della scrittura pittografica Dongba è quanto sarà analizzato di seguito.

    Utilizzo fonetico dei pittogrammi

    Utilizzo fonetico dei pittogrammi nel corpus manoscritto Dongba

    Il corpus dei manoscritti Dongba consiste in alcune migliaia di testi scritti in pittogrammi e/o caratteri Geba, conservati oltre che nella città di Lijiang, sede dell'Istituto di Ricerca Dongba e dell'Istituto di Conservazione e Diffusione della cultura Naxi, presso diverse istituzioni mondiali, tra cui spicca la fornita collezione fruibile online nella Library of Congress, che consiste in 3342 manoscritti.

    Una particolarità dell'utilizzo dei pittogrammi all'interno di questi testi rituali è il loro utilizzo fonemico e fonetico, che potrebbe essere schematizzato in 3 tecniche principali:

    1. pittogrammi utilizzati come unità fonetiche, per la composizione di fonemi complessi, caso in cui è possibile distinguere il fenomeno della sostituzione per omofonia
    2. pittogrammi utilizzati come unità fonetiche come chiavi fonetiche, ossia una sorta di abbreviazione per fonemi complessi, ed anche in questo caso è possibile individuare il fenomeno della sostituzione per omofonia.
    3. pittogrammi e/o caratteri Geba utilizzati come determinativi fonetici, come specificazioni per la lettura e la pronuncia di determinati fonemi

    1. Pittogrammi utlizzati come unità fonetiche

    ²č – egli, lui, pronome dimostrativo di 3° singolare, maschile

    ¹se, Geba, utilizzato per esprimere la sillaba ¹se, particella grammaticale postfissa al termine di un periodo per la costruzione del tempo passato, simile alla particella ? le in Mandarino.

    ¹wa ²thuo: letteralmente la quercia ed il pino, 2 specie tipiche della flora della regione di Lijinag, diffuse in tutto lo Yunnan nord-occidentale ed il Sichuan meridionale: ² thuo Pinus Yunnanensis ed ¹wa Quercus semicarpifolia. La coppia di pittogrammi è utilizzata per il loro valore fonetico per esprimere le due sillabe ¹wa ²thuo, che in Naxi significano insepararible, inseparabilità, dunque i due pittogrammi sono utilizzati come unità fonetiche - + = ¹wa + ² thuo per la composizione del fonema ¹wa ²thuo.

    ¹bu ¹shu: trovare qualcuno, cercare qualcuno, andare alla ricerca di qualcuno. I due pittogrammi ¹bu maiale e ¹shu scure, ascia, per la composizione del fonema ¹bu ¹shu, che in lingua Naxi esprime l'azione di essere alla ricerca di qualcuno o di qualcosa: + = ¹bu + ¹shu => ¹bu ¹shu.

    2.Pittogrammi utilizzati come chiavi fonetiche

    ¹la [la] – tigre; il primo pittogramma dal manoscritto ms. NZA079 ( http://hdl.loc.gov/loc.asian/asNaxi.nza079 --> 10/10/2008), Incipit dello stesso manoscritto, una chiave ed “abbreviazione” fonetica per la frase fatta appartenente al formulario della tradizione Dongba ¹a ¹la ²mua ³šar ²be ²thu ¹dzhi – nel passato quando niente esisteva, oppure c'era una volta nel lontano passato quando tutto era indistinto, un cliché utilizzato come formula introduttiva in molti manoscritti.

     

    Manoscritto ²lv ²bar ²lv ¹za ³sa ²kv ³?ung - pg. 26 rubrica V

    Traslitterazione letterale: ²mua ¹kü ²ts? ¹žü ²mua ¹kü ²see, ³mi ¹kü ¹dee ¹?

    Lettura effettiva: ²ts? ¹zü ²mua ¹kü ³kv ²ts? ¹p?, ¹žü ¹nu ²mua ¹kü ¹a ¹go, ²see ³ha ¹s ²lü ³thu. ¹du ²lü ³mi ¹kü ¹dee ¹? ¹se

    Traduzione: sotto il cielo, sotto cui nacque l'uomo, e le benevole stelle maschili ¹žü non hanno ancora incontrato nessuna delle 3 benevole stelle femminili ¹kü, che stanno sorgendo. Sono io una di esse.

    Note: attraverso questa formula simbolica viene dichiarata la verginità della ragazza, chiave sotto la quale dovrebbe essere letta la leggenda dell'incontro non ancora consumato fra le due tipologie di stelle, simboli del principio femminile e maschile, equivalenti ai principi Yin – Yang della tradizione cinese.

    Il 1° pittogramma composito ²mua ¹kü cielo stellato ( ¹kü stellato) sovrasta ²tsɿ sciacallo, e tutti concorrono all'espressione della frase topica nella tradizione Dongba ²ts? ¹zü ²mua ¹kü ³kv ²ts? ¹p? il cui significato potrebbe essere reso con tutti gli uomini non Naxi.

    Il pittogramma può anche avere una ulteriore lettura, ¹co che indica il nome del leggendario antenato post-diluviano Naxi, ed anche in questo caso risulterebbe un abbreviazione fonetica del nome per esteso dell'eroe in questione, ¹co ²dze ³lü ²run colui che, secondo la tradizione Dongba , scampò ad un terribile diluvio inviato dagli dei e fù progenitore dei popoli Tibetano, Naxi e Bai. Nella letteratura Dongba dedicata alla genesi dell'universo, il triplice concetto

    1. uomini non Naxi,
    2. Naxi
    3. ed i “vicini” fratelli tibetani bai,

    indica l'intera umanità, tutti gli esseri umani viventi sulla terra.

    Successivamente, il pittogramma ¹žü stelle benevole maschili, dunque la negazione ²mua ed il successivo ¹kü stelle benevole femminili, sovrapposte a ²see numerale 3, sono sia chiavi iconografiche che fonetiche per l'allusione a:

    Il pittogramma successivo ³mi ragazza, è rapresentazione ed abbreviatione del nome della giovane Naxi protagonista della leggenda rituale descritta in questo manoscritto, ossia ²Kha ²me ¹?u ³mi ²ki che viene ritratta nell'atto della parola, azione indicata dal tratto curvilineo che si estende dalla sua bocca, il determinativo ¹lar.

    Successivamente, dall'alto, il pittogramma ¹kü stelle femminili benevole e sotto ¹dee numerale 1, infine il pittogramma ¹ō grano, che rappresenta un covone di grano, in questo caso usato per il suo valore fonetico per l'espressione dell'avverbio ¹ō così, in questo modo.

    Questa rubrica, davvero complessa ai nostri occhi in primis nella sua lettura, dunque nella sua interpretazione e traduzione, è un ottimo esempio delle caratteristiche della tradizione manoscritta, inoltre mostra palesemente l'impossibilità di approccio e di studio dei testi appartenenti alla tradizione senza una conoscenza delle iconologie Dongba.

    I pittogrammi ²tsɿ e ¹ō sono esempio di abbreviazione e chiave fonetica ed omofonia.

    3. Pittogrammi e/o caratteri Geba utilizzati come determinativi fonetici

    Pg. 2 r. IV

    Traslitterazione letterale: ²ži ²bö ¹jü ²le ¹phar ³še ¹na ²le ¹ka ³khe ³še

    Lettura effettiva: ²ži ²bö ¹jü ²le ¹phar ¹nu ³še; ³e ²pu ¹na ²le ¹ka, ²mua ³khe ¹go ¹mjou ¹du ³še ²du

    Traduzione: ²ži ²bö ¹jü ²le ¹phar disse [al corvo nero]: tu corvo, dal basso all'alto, un messaggio [ti affido]. Una volta detto, tu devi consegnarlo

    Note: Il primo pittogramma rappresenta il pastore ²ži ²bö ¹jü ²le ¹phar: egli è ritratto mentre parla con un corvo che nella tradizione Naxi è un animale capace d'interagire con il mondo dell'aldilà, un medium, e dunque il giovane pastore che ha appena ricevuto il messaggio di ²Kha ²me ¹?u ³mi ²ki è colto nell'atto di rispondervi affidando all'animale un altro messaggio.

    Sopra ²ži ²bö ¹jü ²le ¹phar il carattere Geba ¹phar - il colore bianco, ma in questo caso viene utilizzato come determinativo per la pronuncia della sillaba ¹phar del nome del giovane.

    La linea curva che si estende dalla bocca del pastore, così come quella del corvo sono determinativi ¹lar – ivi non letti, dell'azione di parlare, il verbo ³še espresso alla fine del periodo; il corvo ²le ¹ka è dipinto con un piccolo punto nero sul proprio petto, esso è il pittogramma ¹na e determina il colore scuro del piumaggio dell'animale, ma funziona anche da determinativo per creatura od oggetto dai particolari poteri, poiché nella tradizione Naxi il colore nero o scuro è indice di maleficio o di vicinanza al mondo degli spiriti, così come in questo caso.

    Il pittogramma superiore ³khe cestino, è utilizzato in sostituzione dell'omofono ³khe messaggio; sotto il simbolo Geba ³še numerale 3, è a sua volta utilizzato per omofonia per esprimere il verbo ³še parlare, dire.

    Questa breve rubrica esemplifica dunque i casi di utilizzo dei pittogrammi e dei caratteri Geba come determinativi, con casi di sostituzione per omofonia, così come per ³khe cestino - ³khe messaggio e ³še numerale 3 - ³še parlare, dire. È poi possibile vedere il comportamento dei determinativi ¹phar colore bianco per la pronuncia di ²ži ²bö ¹jü ²le ¹phar, così come per ¹na nero determinativo del colore del piumaggio del corvo ²le ¹ka e determinativo di creatura magica.

    Pg. 2 r. VIII

    Trascrizione letterale: ²zo: ²hei ²mei ¹se ²be ²mua ²khva

    Lettura effettiva: ¹se ¹le ¹ce¹se²hei ²mua ²za

    Traduzione: [²ži ²bö ¹jü ²le ¹phar ] nei 3 mesi invernali non verrò

    Note: il primo pittogramma ²zo – ragazzo, giovane uomo, non viene letto dai Dongba, perchè è determinativo del soggetto parlante, il giovane, ossia ²ži ²bö ¹jü ²le ¹phar, il quale parla di “se stesso” con il corvo messaggero.

    Il pittogramma successivo, dall'alto, è un pittogramma polivalente il cui significato principale è ²hei ²mei – luna, ma in questo caso viene utilizzato con valore ¹le – mese, dunque il numerale sottoposto ¹se - 3 per indicare un periodo di 3 mesi, ossia un'intera stagione.

    Sotto, la triplice ripetizione di ²be – neve è qui letta come ¹ce¹se²hei - inverno, e dunque riferendosi alla costruzione dei pittogrammi precedenti viene indicata la stagione invernale, i 3 mesi invernali.

    La coppia di pittogrammi successiva: l'inferiore ²khva piede è determinavo muto dell'azione di moto da o per luogo, mentre la negazione ²mua per indicare che l'azione di moto non avverrà.

    Anche in questo ultimo caso, il pittogramma ²zo - ragazzo, è utilizzato come determinativo, dunque rimane muto nella lettura, fenomeno che potrebbe essere confrontato con il comportamento dei determinativi nel Geroglifico Egiziano; confrontando ad esempio il comportamento del pittogramma Dongba ²zo e del geroglifico egiziano pr: entrambe possono avere valore ideografico, in questo caso entrambe sostantivi, e dunque nella tradizione pittografica Dongba ²zo significa ragazzo, giovane uomo, mentre l'Egiziano pr - house.

    Il Geroglifico pr può anche essere utilizzato come determinativo per edificio o costruzioni, comenel caso di nfrw, dove al triplice nfr che esprime il plurale desinenza in w per l'espressione del concetto di “fondazione (di una casa)” nfrw, in cui pr viene utilizzato come determinativo che disambigua il significato.

    pr tuttavia può essere anche utilizzato come unità fonetica per esprimere il verbo pr – uscire: in questo caso, il geroglifico sottostante r – bocca, è complemento fonetico, mentre il geroglifico è determinativo muto delle azioni di locomozione, esattamente come riscontrato prima nel Dongba ²khva piede, così come riprendendo il comportamento dell'Egiziano r – bocca paragonabile al Geba ¹phar – bianco, utilizzato invece come specificazione fonetica del nome di ²ži ²bö ¹jü ²le ¹phar.

    Altro caso evidente per la tradizione Dongba è costituito dal pittogramma ¹a collina, altura, all'interno del quale è stato inscritto l'omofono ¹a pollo, utilizzato come complemento fonetico per la pronuncia.

    Infine, un altro esempio dell'utilizzo fonetico dei pittogrammi Dongba può essere ben rappresentato dal caso del pittogramma complesso ²lv ³sa ¹za – [il] demone ²lv del suicidio discende, un pittogramma formato secondo il principio di fusione (più pittogrammi vengono dipinti insieme e non separatamente) costituito da un'unità grafica centrale antropomorfa ³sa che rappresenta un pastore, o un uomo; sopra la sua testa 3 rocce ³lv, la cui iconografia è chiave simbolica ed allusiva al suicidio rituale ¹ju ²vu commesso, da cui la comprensione che la figura rappresentata non è quella di un essere umano vivo, ma dell'anima di un suicida ormai trasformatasi in demone ²lv.

    ²Khva - piede, rappresentato come dettaglio macroscopico è come già visto precedentemente determinativo muto di moto per il verbo ²tv – camminare, in questo caso più precisamente letto ¹za discendere, indicato dalla linea obliqua del piano di camminamento lungo il quale lo spirito procede, discendendo, perchè invocato dalla cerimonia che ne riscatterà e libererà l'anima dalla dannazione eterna del vagare con gli spiriti dei venti, riconciliandosi con le anime dei propri antenati defunti.

    Bibliografia