Affettuoso vaporoso mare bussa alla mia città

Affettuoso vaporoso mare
bussa alla mia città.
Un gregge disperso d’incensi bianchi
Le vele fiorite sbocciate nel blu
Scivolano giù dalle mie ciglia
In fronde di salmastri e luce.

Sbanda e galleggia nel muto
Frastuono di ogni cobalto
La trafila delle navi del vento:
Si appoggia sul profumo di mare,
Soffia e dispiuma i passeri
Delle nubi che fumano dall’indaco.

Il cielo è i garriti dei rondoni,
Il fienile dei raggi del sole
E vagabonde caravelle dei gabbiani.
La gazze si annuvolano appena.
Grandine di confidenze di merli
Sui segreti di semi agli alberi.

La costa è il suono bianco
Della risacca che bacia a ondate.
Sprofondo respiro, sono il mio centro,
L’aria è turgori che dita toccano.
La Terrazza curva lenta
Rotolando intorno persone.

A cosa serve tutto questo, Per chi è?
Dove corrono queste lettere? Perché?
Serve forse a qualcosa la vita
se non alla vita?
Il fine della pratica non è la pratica?

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