Appunti sull’incontro di Domenica 09/03/2014

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Praticanti di Taijiquan stile Chen nel parco delle Colline Profumate (香山公园) a Pechino, Cina - http://it.wikipedia.org/wiki/Taijiquan

Praticanti di Taijiquan stile Chen nel parco delle Colline Profumate (香山公园) a Pechino, Cina – http://it.wikipedia.org/wiki/Taijiquan

Appunti sull’incontro di Domenica 09/03/2014

Di seguito una brevissima serie di appunti come riferimento all’allenamento di Domenica 9 Marzo 2014.

纏絲功

Chang Si Gong

Avvolgere la seta

Da posizione eretta, piedi uniti, si piegano le gambe e si carica il peso sulla destra.

Aprile il passo di fianco 侧步Ce bu con il piede sinistro che sfiora il terreno col tallone. Questo metodo del passo si chiama 铲步 Chan Bu – passo ad aratro, nel senso che il piede tramite il tallone agisce a terra come un aratro che lascia il solco.

Il peso si sposta da destra a sinistra e viceversa.

    Esercizi ad una mano

  • Mano destra: cerchio interno basso -> esterno alto
  • Mano destra: cerchio esterno alto -> interno basso
  • Mano sinistra: cerchio interno basso -> esterno alto
  • Mano sinistra: cerchio esterno alto -> interno basso

    Esercizi a due mani

  • due mani alternate: dall’alto ed esterno al basso ed interno
  • due mani alternate: dall’esterno alto all’interno basso (opposto al precedente)
  • due mani apertura e chiusura: aprire in basso a destra, chiudere in alro a sinistra
  • due mani apertura e chiusura: aprire in basso a sinistra, chiudere in alto a destra
  • due mani apertura e chiusura: aprire in alto a destra, chiudere in basso a sinistra
  • due mani apertura e chiusura: aprire in alto a sinistra, chiudere in bassi a destra
  • passo avanti, due mani parallele: alto esterno destra, basso interno sinistra
  • stesso lato due mani parallele: alto esterno sinistra, basso interno destra
  • passo avanti, due mani parallele (altro lato): alto esterno destra, basso interno sinistra
  • stesso lato due mani parallele: alto esterno sinistra, basso interno destra
  • passo avanti, posizione frontale e peso gamba posteriore: due mani si alternano sollevo alto avanti, tiro basso indietro
  • stessa posizione frontale, stesso peso e gambe: due mani si alternano premo avanti, tiro indietro sollevando
  • passo avanti, posizione frontale e peso gamba posteriore: due mani si alternano sollevo alto avanti, tiro basso indietro
  • stessa posizione frontale, stesso peso e gambe: due mani si alternano premo avanti, tiro indietro sollevando

Materiale di riferimento:

陈式太极拳四事入门 (五行太极)

Chen Shi Taiji Quan Si Shi Rumen (Wu Xing Taiji)

Le quattro forme base del pugilato Taiji stile Chen (i 5 elementi del Taiji)

  1. 金刚捣碓 Jingang Dao Dui – Il Jingang pesta nel mortaio
  2. 懒扎衣 Lan Zha Yi – appuntare pigramente la veste
  3. 六封四闭 Liu Feng Si Bi – 6 sigilli, 4 chiusure
  4. 单鞭 Danbian – la frusta

Da 单鞭Danbian, verso sisnistra, si ritorna a 金刚捣碓 Jingang Dao Dui e si ricomincia la serie. Ripetere nelle 4 direzioni.

Nell’esecuzione dei movimenti, cerchi ampi e continui, coordinati con lo spostamento del peso. Ricordarsi, in linea di massima, che le mani e le braccia si muovono con continuità e seguono lo spostamento e la rotazione del busto, con le articolazioni rilassate.

L’intenzione si focalizza:

  • sul respiro
  • sulla continuità del movimento
  • spostamento del peso e torsione del busto
  • 护裆 Hu Dang – proteggere il ventre, 护头 Hu Tou – proteggere la testa.

二〇十四年 三月 九日

羞龍 Xiulong

Allenamento tipico al Wushu in Cina ed in Occidente

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羞龍武术語录 – Discorsi sul Wushu del Drago Timido >

Mi accingo nuovamente alla traduzione di un articolo dell’amico Mark Moran, traduzione che faccio per gustare e comprendere il più possibile il suo lavoro eccezionale, e per mettere a disposizione in Italiano una fonte preziosa per quanti desiderino osservare in modo critico ed analitico la situazione del Wushu in Italia.

E’ mia opinione che la situazione del Wushu italiano – per la mia limitata e circoscritta esperienza – sia perfettamente specchio della  situazione generale del mio paese (sempre parlando della mia limitata e circoscritta esperienza) dunque un qualcosa che – ribadisco:  personalmente parlando!!! – desidererei profondamente cambiare in modo radicale, direi profondo e radicale.

Rimanendo però a tema, e cioè nel contesto dell’allenamento tipico degli atleti in Cina – che Mark descrive – il modello generale che Mark  ha ottimamente e fedelmente riassunto coincide al 100% con quanto ho visto e vissuto a Pechino ed in Cina, parlando di allenamenti SPECIFICI di atleti cinesi campioni nazionali, e non di allenamenti di gruppi di occidentali in strutture sportive in Cina, anche nelle medesime strutture sportive di prim’ordine quali Shichahai di Pechino.

L’individuazione delle parti che definirei settoriali dell’allenamento è un contributo essenziale, ancora più prezioso grazie anche alle  indicazioni temporali per ciascun blocco settoriale: appare chiaro come sedute di allenamento non organizzate, non specializzate, inferiori ad un certo tetto di tempo siano incompatibili con un progetto concreto di sviluppo del Wushu contemporaneo sportivo.

Allenamento tipico al Wushu in Cina ed in Occidente

Mia libera traduzione dal blogs di Mark Moran “ Typical Wushu Training in China and the West

Non insisterò sulla mia incompetenza di fronte ai testi che ho da commentare. […] Vi prego però di essere estremamente indulgenti nei miei riguardi. Emmanuel Lévinas, 1977 “Du Sacré au Saint – Cinq nouvelles lectures talmudiques”

Per molte persone, quando vi siete allenati soltanto in una scuola per la maggior parte della vostra vita di Wushu, iniziate a immaginare come sia la vita dall’altro lato del proverbiale tappero. Le altre scuole si allenano come voi? Che cosa fanno durante le loro classi (lezioni) ? Focalizzano maggiormente sui fondamentali o sulle forme? E che cosa, a proposito degli esercizi di condizionamento?

Queste sono domande abbastanza normali e, anche se tu hai avuto l’esperienza di allenarti in altre poche scuole, sarai ancora curioso di sapere per che cosa passino gli altri atleti di Wushu (che cosa fanno, come lavorano). Questa curiosità è buona perchè è il segnale che siamo sempre alla ricerca di immaginare e sviluppare un sistema di allenamento ottimale per i nostri unici bisogni.

Ho pensato che probabilmente potesse essere di aiuto poter parlare un poco circa il tipco allenamento che è possibile vedere in occidente, e compararlo con il tipo di allenamento che trovi in Cina.

A dir la verità, essi non sono poi così tanto differenti. Dopo tutto la maggior parte degli insegnanti in occidente o provengono dalla Cina o sono direttamente influenzati da esperienza di allenamento in Cina, e dunque tendono a sviluppare le sedute di allenamento in modi molto simili.

in Italia non è assolutamente così. Nella mia personale esperienza ho visto che gli insegnanti tendono a fossilizzarsi su delle metodiche e sulle fonti – cinesi e non – forse perchè nemmeno spinti dalla curiosità di approfondire e/o sviluppare i propri metodi di allenamento, e di creare uno spazio dedicato all’agonismo inteso sia come sviluppo massimo del potenziale degli agonisti attualmente sul tappeto (quando il tappeto c’è…) sia come creazione di presupposti per selezionare da un ipotetico vivaio gli elementi meritevoli + predisposti + dotati, e intendo sia le qualità fisiche, sia la volontà di allenarsi in un certo modo

Comunque, trovo che ci sia ancora molta gente curiosa [di sapere] circa il regime di allenamento tipico o standard degli atleti in Cina, sia come estensione della precedentemente citata curiosità, sia anche perchè è carino sapere che cosa i “professionisti” stanno facendo così che possiamo rispecchiare il loro ambiente.

La maggior parte delle classi (intendo classe come lezione di un gruppo di praticanti) di cui ho fatto parte sono suddivise in 4 fasi principali, ed alcune di queste fasi comprendono al loro interno anche sotto-fasi. Esse sono la preparazione, fondamentali, fomre e condizionamento. Praticamente tutte le classi a cui ho partecipato, sia negli Stati Uniti che in China, seguono questo format con davvero piccole eccezioni. Ecco un po’ più di dettagli su ciascuna:

Preparazione

Ci sono 3 parti all’interno della fase preparatoria alla classe. Riscaldamento, Cardio e Stretching. Ognuna gioca una parte importante rendendo il tuo corpo pronto per i rigori del Wushu.

Riscaldamento

Tipicamente è quando facciamo ruotare le anche, la testa, sciogliamo le spalle, giriamo la vita, ecc… Praticamente lo scopo di ciò è riscaldare le giunture prima di iniziare a muoversi attorno. Spesse volte vi sarà anche dello stretching leggero, ma di solito niente più di qualche affondo o [molleggio] toccando con le dita. Appena qualche leggero rimbalzo per acquisire il proprio campo motorio.

Riscaldamento

La ragione per cui questo è importante è principalmente per la prevenzione degli infortuni. Migliore è il tuo riscaldamento, minore è la predisposizione ad infortunarti. Mi rendo conto che questo sia qualcosa che probabilmente avrai sentito spesso, e quando ero più giovane in qualche modo respingevo la sua importanza. Dopo tutto quando sei giovane puoi iniziare a correre senza troppa preparazione.

Ma credimi. Questa è una delle cose principali che puoi fare per prevenire l’infortunio. E se ancora non pensi che valga il tuo tempo, allora almeno prendi spunto dai professionisti. Zhao Qing Jian e Liu Qing Hua iniziano ogni loro allenamento con il riscaldamento delle articolazioni, dunque a meno che tu non pensi di esser in qualche modo migliore di loro o di aver carpito qualche segreto del Wushu che loro non hanno ancora scoperto, allora dovresti probabilmente farci attenzione.

Comparando l’occidente alla Cina, io trovo che questa sia una di quelle aree che non è consistentemente esercitata in occidente. Ho visto alcune classi in cui si parte immediatamente con la corsa non appena la lezione sia cominciata. Oppure si parta con i loro giochi di acchiapino ( lupo e agnello e questo tipo di giochi ) o palla avvelenata. Questo è un grosso errore, perchè questi giochi, con tutti i loro rapidissimi scatti in moto ed in arresto, non aspettano altro che qualcuno si giri un ginocchio o si distorga una caviglia.

In Cina il riscaldamento generalmente prende tra i 10 ed i 15 minuti, a seconda anche del tempo (inteso come clima, stagione). In inverno impiegano un po’ più di tempo. Con l’afa estiva non così tanto.

Cardio

Dopo aver riscaldato le articolazioni gli atleti generalmente iniziano un leggero trotto intorno alla sala, e con trotto veramente intendo che loro iniziano con una corsetta leggerissima.

Cardio

Questo non è perchè sono pigri. E’ perchè se se inizi immediatamente a correre velocemente, non concedi al tuo corpo il tempo per acclimatarsi ed incrementare sia la frequenza cardiaca che la respirazione. E’ necessario che tu scaldi il tuo motore come in una macchina. Partire a razzo non appena hai acceso il motore è un buon modo per rovinare l’albero di trasmissione della macchina. Lo stesso succede per il tuo corpo.

Dopo un paio di giri di corsetta leggera (forse 5 – 10 minuti), iniziano ad inserire altri elementi come skip a ginocchia alte, calciata, laterale, saltelli, ecc… Anche questo nell’ordine di riscaldare tutto il corpo e di sciogliere le articolazioni ed i muscoli. Dopo circa 10 minuti di questo generalmente concludono la parte cardio come qualche scatto attraverso la sala – tipo sui 5 di questi – e dunque concludono.

Come variante probabilmente vedrai gli atleti impegnati in un gioco dopo la corsetta leggera. Qualche gioco del tipo del dragone o qualche acchiapparello, o anche u gioco in cui si lancia un pezzo di gomma piuma e si grida il nome di chi dovrà prenderlo al volo. Giusto qualcosa per evitare che i ragazzini siano totalmente addormentati nell’eseguire lo stesso allenamento giorno dopo giorno.

In occidente questo è molto simile. L’unica vera differenza che ho notato è che qualche volta si vedono queste persone in occidente prendere il giochetto un po’ troppo seriamente. Lo scopo del gioco è di scaldarsi divertendosi. Non è uno sport da competizione. Se tu lo prendi come tale, allora stai perdendo l’obbiettivo dell’esercizio. Il mio consiglio: metti un attimino a riposo l’ego e semplicemente divertiti. Di sicuro, tu darai il meglio di te, ma questo non dovrebbe significare di comportarsi come se segnar punti nella palla avvelenata significasse davvero così tanto.

Il vero obiettivo di questa parte dell’allenamento è di farsi una sudata. Concentrati su questo ed andrai bene.

Stretching

E finalmente si arriva alla parte preferita da tutti – lo stretching. Questo è praticamente universale. Mi sono allenato con diversi team di professionisti in Cina e tutti fanno praticamente la stessa identica routine.

Stretching

Per prima cosa iniziano alle sbarre. Mani alle punte dei piedi ed allungamento, [poi] di fianco, spalle e braccia e qualche volta spaccate contro il muro.

Dunque, dopo circa 5 – 10 minuti di questo raggiungono il tappeto e lavorano su un allungamento più specifico. Spesso prendono qualche materassino o tappetino per poggiare la gamba anteriore per le spaccate. Molti di loro si concentrano sull’allungamento per superare la spaccata così che l’atterraggio in spaccata non sia così difficile.

La maggior parte degli atleti lavura intensamente il proprio stretching fino a questo livello, perchè è cruciale per raggiungere il pieno raggio di movimento [che sarà raggiunto] durante la fase successiva dell’allenamento. Ci mettono davvero tantissima concentrazione in questo, e anche tu dovresti. Eseguire semplicemente i movimenti per lo stretching non significa raggiungere nessun risultato.

In occidente ho notato esserci molto più stretching di gruppo che in Cina. Avrai classi in cui tutti si allungano insieme, contando ogni posizione in gruppo. La ragione principale per questo è che hai un sacco di persone a lezione che probabilmente non si è mai allungata prima. Specialmente se questi sono nuovi al Wushu. Col tempo, quando saranno arrivati ad un livello più avanzato probabilmente potranno essere lasciati ai loro esercizi, ma comunque [lo stretching di gruppo] costruisce un senso di cameratismo a lezione, quando cioè tutti fanno la stessa cosa insieme.

D’altra parte in Cina [gi atleti] vivono, lavorano, sudano e giocano insieme 24h al giorno 7 giorni su 7, e dunque non c’è bisogno disviluppare questo stretching di gruppo. Inoltre, tutti si sono allungati per anni, dunque una volta che un atleta si è lasciato le classi di ragazzini alle spalle, non ha veramente più voglia di far le cose in gruppo. A volte alla fine delle lezioni, ma non così spesso come in occidente. Lo stretching di gruppo è principalmente riservato per quei ragazzini che devono essere spinti e pigiati parecchio per ottenere mobilità.

Questa non è una visione carina, ma potremmo parlare del rigore dell’allenamento al Wushu nei bambini in Cina in un’altra occasione.

Tutte assieme la parte preparatoria delle classi dovrebbe prendere circa 30 – 45 minuti, dipende da alcune variabili. E questo dipende da quanto tempo sia necessario per fare davvero una bella sudata e per lavorare su un buon allungamento prima di concentrarsi sulle tecniche di Wushu.

Fondamentali

Dunque, adesso che gli atleti sono caldi, sudati ed allungati, è tempo di fondamentali. Io tendo a suddividere questa fase dell’allenamento in 3 parti: i fondamentali, le combinazioni e salti.

I fondamentali

So di ripetermi [cioè Mark usa lo stesso termine “fondamentali” per descrivere un superset ed un set dell’allenamento; adesso ci spiega]. Questa è la parte “fondamentale” della parte “dei fondamentali” dell’allenamento. Vedetela insieme a me.

Calci

Senza praticamente alcun dubbio si inizia con un lavoro di alcuni calci slanciati e posizioni leggere. Dopo alcune linee su e giù per il tappeto allora si inizia con delle serie tirate di calci base. Zhengti, Ceti, Waibai, Lihe, ecc… ecc… Tu sai com’è. A seconda dei giorni eseguono il tutto dalle 2 linee alle 4 linee per ciascuno, seguite da alcune varianti o relative combinazioni.

Se c’è tempo, vedrai spesso eseguire un lavoro di allenamento sulle posizioni dopo i calci fondamentali. Mabu-gongbu o cose del genere. Se sei fortunato anche in altre tecniche come fanyao, spazzate posteriori e frontali e a volte perfino wubuquan. 😉

Molte delle classi in occidente hanno la stessa sequenza di fondamentali. Vorrei dire che l’unica differenza qui è l’intensità. Negli USA tu assisterai a molte correzioni, aggiustamenti e spiegazioni da parte degli insegnanti mente gli atleti eseguono i fondamentali. La semplie ragione per questo è che, in Cina, queste sono manovre basilari. Gli atleti sono già veramente veramente molto buoni in tutte queste cose. Ma in occidente il nostro livello perfino nelle tecniche base può ancora godere di un sacco di aiuto, così tendiamo a concentrarsi su di questi un po’ di più e ad avere un po’ più di correzioni.

Ho notato che molta gente quando viene in Cina è scoraggiata sia perchè in Cina chiunque possiede dei fondamentali così buoni, sia perchè non riescono ad esser corretti così tanto come vorrebbero. Ad esser onesto, ci sono probabilmente alcune ragioni per cui questo accade. Per prima cosa, eri un po’ coccolato a casa col tuo insegnante. Questo tipo di cosa è il risultato del fatto che tu paghi per le lezioni, mentre in Cina gli atleti devono dimostrare di poter rimanere nella Wushu guan. Gli atleti in Cina lavorano per l’approvazione dell’insegnante, ma in occidente gli insegnanti lavorano per l’approvazione dei clienti. Questo piccolo cambiamento delle dinamiche fa si che tu a casa sia tenuto molto più per la mano.

Altra ragione è che probabimente [gli insegnanti] stiano semplicemente aspettando che tu aumenti la velocità e migliori fino al punto in cui le correzioni ovvie possano essere sostituite da aiuti più specifici. “Clacia più veloce” è un tipo di correzione ovvia. [Come] ovviamente tu sei più lento di qualsiasi altro. Dirti “clacia più veloce” è un modo per dirti “fai meglio”. Va da solo. Quando invece iniziano a concentrarsi sull’allineamento del corpo, o su dettagli più sottili, allora tu saprai che dall’imparare i fondamentali stai passando al padroneggiare qualche tecnica.

Senza dubbio, qui ho un po’ generalizzato, e questo non è davvero il contesto adatto alla discussione di questo particolare argomento, ma hai l’idea. Questo è tutto quello che riguarda i fondamentali. In occidente così come in Cina.

Dovrei aggiungere che un’altra differenza che ho notato tra i due è l’ammontare del tempo dedicato ai fondamentali. In Cina fanno fondamentali per un buon 25 – 30 minuti, ma in occidente spesso vedrai appena 15 minuti di fondamentali e dopo gli studenti avidamente passano diretti all’eccitazione dei salti. Di nuovo…ci sarà una ragione per cui i fondamentali degli atleti Cinesi sono così migliori di quelli degli occidentali. Ne fanno migliaia alla settimana. Quanti di noi possono dire la stessa cosa?

Combinazioni

Combos, diminuitivo per “combinazioni” sono davvero un’estensione dei fondamentali. Infatti, dai fondamentali alle combinazioni ai salti, spesso c’è appena una piccola transizione.

Combinazione di Nanquan

Di solito gli atleti inizieranno eseguendo specifiche combinazioni di movimenti provenienti dalle proprie forme. E quello che altrettanto sepsso vedrai è farlo anche durante la parte base dei fondamentali.

Per esempio, dopo il lihetui, probabilmente incorporeranno alcuni movimenti della propria forma che seguono il loro lihetui, questo per poter praticare avendo una transizione graduale.

Quello che significa è che a volte le parti di combinazioni e fondamentali sono fuse insieme. Questo non è inusuale e quindi non c’è bisogno di rimanere sorpreso se ti succede. Infatti è una cosa normale se ti stai preparando per una competizione.

Di nuovo, io ho notato che in Cina tendono a concentrasi veramente sulla dissezione dei loro movimenti. In occidente assisterai ad un po’ più di esitazione da parte degli stuendi essendo poco sicuri di se stessi e non veramente concentrando la loro intenzione sulle loro tecniche, mentre loro focalizzano la propria attenzione sul provare di non essere il centro dell’attenzione. Il mio consiglio è di provare meno a pensare a che cosa la gente pensi di te e prestar più attenzione su dove le tue spalle siano o non siano allineate come si deve, o le tue dita della mano stiano assieme come si dovrebbe supporre che debbano stare.

La cosa in cui definitivamente sarai colto nell’allenarti in Cina è la differenza che c’è tra “okay” e “good”, [cioè] quanto sei capace di focalizzare le tue energie nell’autocritica, l’auto-miglioramento e l’autoanalisi. Guarda un po’ più dentro e l’esterno apparirà un sacco migliore.

Salti

Sembra che questa sia la fase che molta gente favorisca. Salti! Whee! Dato lo stato delle mie ginocchia [ e delle mie!!! ] di solito sto a sedere durante questa parte dell’allenamento a favore di un lavoro più stanziale. Ma questo mi da comunque un buon punto di vantaggio osservando che cosa gli atleti fanno durante questa parte dell’allenamento.

Farfalla

Essenzialmente, c’è semplicemente una tonnellata di ripetizioni che prosegue. Salto dopo salto dopo salto, fino alla nausea. Di nuovo, è tutta questione di focalizzazione e concentrazione sui piccoli dettagli. Qui è dove un buon insegnante può esser vitale per operare quei piccoli ed incrementali miglioramenti che sono necessari. Ma il consiglio del coach da solo va poco lontano. Molto del miglioramento proviene dal solo mettersi sul tappeto e praticare ancora e ancora e ancora e ancora una volta.

Nel comparare questa parte dell’allenamento tra la Cina e l’occidente, ho notato che gli atleti in occidente traggono molto più piacere in questa fase della lezione di quanto quelli cinesi sembrino fare. Penso che parzialmente sia perchè gli atleti in Cina guardano a questa cosa come il loro lavoro. Loro stanno lavorando, e parte del loro lavoro consiste nel migliorare i salti – specialmente i propri nandu – dato che questo può fare o sfare la loro carriera.

Nandu

In occidente noi facciamo Wushu principalmente per divertimento, e quindi tendiamo a guardare alla parte della leezione dei salti come al momento in cui si è fighi facendo movimentio fighi. Dopo tutto, la ragione per cui molti di noi hanno iniziato il Wushu p per questa roba dei salti. (beh, io non così tanto, ma sono sicuro che alcuni di voi lo hanno fatto.) Sfortunatamente quando tu vedi la parte della lezione dei salti come la parte “divertente”, allora sei nella condizione in cui prenderai questa parte meno seriamente come metodologia per migliorare il tuo Wushu.

Di certo, se tu sei un vecchio avaro del Wushu come me, allora ti concentrerai molto presto sui calci, sulle posizioni e sulle combinazioni, visto che è questo quello che renderà tutto il tuo Wushu migliore, in opposizione ad un movimento di 3 secondi che potrà farti raggiungere o distruggere il tuo punteggio.

Forme

Dopo aver finito coi fondamentali, gli atleti spesso hanno un breve break per l’acqua (è giuto – questo è tipicamente il loro primo break per bere di tutta la lezione) e si preparano per qualsiasi delle loro forme si supponga che debbano lavorare quel giorno.

Molti allenatori hanno un programma affisso (oppure lo hanno comunicato agli atleti all’inizio della settimana) dunque gli atleti sanno che cosa si debba fare ogni singolo giorno. Tipicamente consiste in una serie di linee seguite da l’esecuzione di mezza forma o tutta la forma, a seconda di quanto vicina sia la competizione.

Pratica della forma

Non c’è molto da dire di questo. Sappiamo tutti che cosa significhi lavorare le linee, L’unica differenza tra la Cina e l’occidente è nel numero delle linee che fanno. Molte delle classi in cui sono stato negli USA ripetono solamente una o due linee prima che la lezione termini. In Cina spesso si ripetono 4 volte ogni sezione, seguite da 4 mezze forme e una o due firme complete.

Questo è anche principlamente dovuto ad una questione di tempo. Le classi in occidente sono di solito più brevi di quelle della controparte cinese. Quando tu hai dalle 2,5 alle 3 ore di allenamento come vien fatto in Cina, allora puoi fare davvero tanto più Wushu. La maggior parte delle calssi in cui sono stato negli USA dura praticamente dai 75 minuti alle 2 ore. Se sei fortunato avrai una scuola in cui si prosegue più a lungo, ma molti sembrano peccare per il lato del troppo poco.

Come ho già detto in precedenza, non penso che una scuola ed un insegnante che valga debba offrire classi inferiori ai 75 minuti per i propri studenti. La ragione e molto semplice: non c’è semplicemente modo in cui tu possa eseguire un allenamento comprensivo al Wushu in minor tempo di questo. Se sei arrivato quindi così lontano a leggere, avrai sicuramente notato che la parte preparatoria delle classi da sola dura più di mezz’ora. Dunque altri 45 minuti per i fondamentali, ed eccoti già arrivato al minimo dei 75 minuti. Al più presto si ritaglieranno degli angoli e la classe è persa nella disorganizzazione e nelle tecniche mezze-apprese. Per quello che penso, l’unico modo per cui una lezione di 75 minuti sia abbastanza è se ne hai 2 al giorno. La prima lezione potrà concentrarsi sui fondamentali, e la seconda classe si focalizzerà sulle forme.

In ogni modo, questo è sufficiente.Hai l’idea. Sono un forte sostenitore che quello che si ottiene dal Wushu dipende dal tempo che vi si butta. Spero che la tua scuola stia provvedendo a darti la migliore opportunità per migliorare.

Adesso, avendo detto tutto ciò, sarei negligente se non menzionassi una piccola eccezione alla regola: i principianti. Quando tu stai insegnando a dei principianti è importante non sovracaricarli in partenza.In questa situazione una classe di 75 minuti è probabilmente buona. Loro non lavoreranno troppo sui salti, sui nandu o su forme in questo momento, quindi se la lezione è concentrata sui fondamentali, allora questo dovrebbe essere per tutto il tempo.

E quello che un sacco di scuole fanno è di avere i primi 75 minuti sui fondamentali aperti a tutti i livelli, seguiti immediatamente da combinazioni più avanzate, salti ed allenamento alle forme per i gruppi di studenti avanzati o intermedi. Anche questo è un programma che funziona molto bene.

Infatti, ho buttato giù un documento davvero lungo (due, attualmente) specificatamente dedicato al programma di allenamento ideale ed alla struttura che vorrei usare se dovessi aprire una scuola di Wushu, ma questo non è il contesto per nessun dei due. Lo posterò sul blog uno di questi giorni così che potrete darci un’occhiata.

Condizionamento

E dunque eccoci alla fine della lezione. Questa parte di lezione sembra essere opzionale in Cina, principalmente perchè [gli atleti] sono già così tanto allenati. E anche perchè spesso hanno specifiche sedute di allenamento esterne dedicate al condizionamento o all’allenamento alla forza. Con 11 classi per settimana, possono estrapolare delle sedute di allenamento specifiche nella sala pesi o in pista.

Condizionamento

Ma in occidente non abbiamo davvero questo lusso, e dunque spesso infiliamo il lavoro di condizionamento alla fine della lezione.

Questo di solito consiste in gruppi di esercizi di tipo cross-fit. Come camminata della papera, burpees o Squat-thrust, balzi a rana, isometrie al muro, ecc…

L’unica cosa che è abbastanza standardizzata penso che sia un po’ di stretching di fine allenamento. Spesso, sia in Cina che in occidente, gli atleti impiegano una discreta quantità di tempo per l’allungamento alla fine della lezione.

Ora come ora dovrei menzionare una cosa che sento non sia veramente fatta così tanto come dovrebbe. Personalmente ritengo che la mia opinione su ciò sia stata modificata da Joe Scarcella un po’ di tempo fa. Egli enfatizzò l’importanza dell’allungamento post-allenamento durante le lezioni presso la Cal Wushu, e da allora io posso confermare che è durante queste sedute di stretching post-allenamento che si guadangna in vera mobilità.

Ho menzionato nel mio articolo “iniziando il Wushu” che è importante allungarsi quando ci si è scaldati. Ma avrei dovuto aggiungere inoltre che il tipo di stretching che fai all’inizio della lezione dovrebbe essere un po’ differente da quello che fai alla fine della lezione.

Balzi a rana

Nello specifico, all’inizio delle lezioni io consiglio un tipo di allungamento più dinamico, tipo testa alla punta dei piedi e molleggio. (Si, so che molte persone dicono che non dovresti mollegiare mentre fai stretching, ma tutti in Cina lo fanno e sono le persone più flessibili che conosca, e dunque io mi infilo nelle cose che mi sembra che funzionino.) Alla fine delle classi io tendo a preferire un lavoro di stretching più statico, come mantenersi in spaccata per molto tempo, o raggiungere alcune posizioni (tipo tecniche di Yoga) e mantenerle.

Nella mia (limitata) esperienza, ho realizzato che questa combinazione sembra incrementare la mia mobilità più velocemente.

Conclusioni

Dunque qui ce l’hai. Il tipico allenamento in Cina e come a grandi linee si compari con quello che ho visto in Occidente.

Adesso, dovrei dire che qui ci sono molte varianti. E spesso, come ho detto precedentemente, [gli atleti cinesi] estrapolano certe sedute per l’allenamento alla forza e cardio. Ma devo dire che l’80% delle classi di Wushu segue questo modello generale.

Allungamento forzato

E di nuovo è tutta questione di tempo. 2 – 3 ore minimo se vuoi seguire questa sorta di format di allenamento. Se io insegnassi in una classe cercherei di impostare la lezione con queste tempistiche:

  1. Preparazione: 30 minuti
  2. Fondamentali: 40 minuti
  3. Forme: 60 minuti
  4. Condizionamento: 20 minuti

E questi sono 150 minuti, ma se aggiungi le pause per bere e le piccole pause di transizione qua e lè si arriva generalmente più vicini alle 3 ore. Per queste cifre, io mi calibrerei più in alto o in basso a seconda del tempo disponibile. Per esempio, se la classe è di soli 90 minuti allora io probabilmente farei qualcosa del genere:

  1. Preparazione: 20 minuti
  2. Fondamentali: 30 minuti
  3. Forme: 30 minuti
  4. Condizionamento: 10 minuti

Di nuovo, è tutto fluido in qualche modo. E’ una delle cose che [per]seguo nell’insegnamento del Wushu. Tu puoi veramente creare un’esperienza unica per ogni classe sebbene ci siano molti degli stessi componenti ogni volta.

Se tu trovi che la tua personale esperienza di allenamento sia marcatamente differente da quello che ho scritto qui, o se tu pensi che abbia saltato qualcosa allora ci terrei ad ascoltare i tuoi pensieri. Sentiti libero di commentare su questo articolo, suonami su twitter @wushuzilla oppure sulla mia pagina di Facebook. Amo ricevere notizie dai praticanti di Wushu da tutto il mondo, per cui tira un grido se vuoi ed io proverò a riosponderti non appena potrò.

羞龍 Xiulong

Stefano Zamblera, 13 Luglio 2012

Lijiang – carnet de Voyage

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Carnet de Voyage dedicato a Lijiang (Yunnan – Cina) su moleskine giapponese; come traccia audio ho scelto Fragment Eight – The Sound Of Swing di Kenneth Bager.

Lijiang - carnet de voyage on Japanese Moleskine

Lijiang – carnet de voyage on Japanese Moleskine

Stefano Tronconi, Tanglang Meihua

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stefa-tanglang1 Siamo molto contenti di avere nella nostra piccola associazione Stefano, ormai compagno di allenamento serale alla Barsanti.

stefa-sanda1 Personalmente sono proprio felice di esserci trovati, di essere in amicizia, e di condividere la passione e l’amore per le arti marziali cinesi, in libertà ed ognuno con le proprie metodiche e le proprie specialità.

Per chi fosse interessato ad approfondire, ad orari ed informazioni più dettagliate su Stefano Tronconi, sul Tanglang quan Meihua, ed eventualmente per contatti, ecco il link alla pagina web di Stefano: http://www.kungfutanglang.com

Grazie quindi Stefa, e benvenuto in Vicina!!!


羞龙 Xiulong

吳鑑泉 – Wú Jiànquán

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吳鑑泉 – Wú Jiànquán

吳鑑泉 Wú Jiànquán (Wu Chien Ch’üan 1870-1942) fù un famosissimo maestro di Wushu dedito e specializzato al Taiji Quan che praticò e visse durante il Tardo Impero ed all’inizio della Repubblica Cinese.

Wú Jiànquán imparò il Wushu da suo padre, 吳全佑Wu Quanyou , 1834-1902, uno dei più famosi studenti di楊露禪 Yang Luchan (Yang Lu-ch’an, 1799-1872) e楊班侯Yang Pan-hou (1837-1890), entrambi Manchu, ufficiali di cavalleria della Bandiera Gialla (le guardi e imperiali) e successivamente la famiglia Wu appoggiò Sun Yat-sen.

Durante la proclamazione della Repubblica, nel 1912, la Cina era in tumulto, assediata per molti anni dal controllo economico e politico di paesi stranieri; Wú Jiànquán ed i suoi compagni楊少侯Yang Shao-hou (1862-1930), Yang楊澄甫Ch’eng-fu (1883-1936) e孫祿堂Sun Lu-t’ang (1861-1932) si dedicarono massificazione ed alla divulgazione del Taiji Quan insegnandolo su scala nazionale.

Aprirono così, a partire dal 1914, corsi pubblici presso l’Istituto di Educazione Fisica di Beijing, la prima struttura che provvedeva all’istruzione del Taiji Quan aperta a chiunque; Wu Jianquan ricevette inoltre gli incarichi di istruire le 12 guardie del corpo presidenziali, e d’insegnare presso la famosissima scuola di arti marziali Ching Wu.

Come risultato dell’ampliamento del pubblico a cui insegnare Taiji, molto più vasto e fisicamente impreparato ed inesperto al Wu Shu, Wu Jianquan modifico i propri metodi didattici, aggiustando, semplificando, cambiando e celando alcuni dei contenuti marziali che appartenevano al proprio bagaglio marziale e modificò dunque quanto ereditò dal padre in una disciplina accessibile al grande pubblico. Egli però ne salvò e continuò a praticare ed a sviluppare comunque i contenuti marziali del Taiji nella pratica avanzata del Tui Shou.

Wu Jianquan partì con la propria famiglia e si trasferì dal 1928 a Shang Hai, dove nel 1936 fondò la鑑泉太極拳社Chien-ch’uan T’ai Chi Ch’uan Association, al 9° piano del famoso Shanghai YMCA: l’associazione aveva lo scopo della pratica e della divulgazione di quello che in breve tempo sarebbe divenuto uno dei 5 stili di Taiji più praticati nel mondo (gli altri sono lo stile Chen, lo stile Yang, lo stile Wu/Hao e lo stile Sun). L’associazione e le scuole ad essa affiliate vennero mantenute dai discendenti e dai discepoli di Jianquan.

Nel 1942 suo figlio primogenito 吳公儀, Wu Gongyi, (1900-1970) ereditò a direzione dell’associazione e la discendenza del Taiji Quan del metodo Wu ed egli la trasferì nel 1949 ad Hong Kong, dove attualmente è ancora, diretta dal pronipote吳光宇Wu Guangyu (1946), estesasi a Shanghai, Singapore, in Malesia, in Canada, negli Stati Uniti d’America, in Inghilterra ed in Francia.

Tra gli insegnanti più famosi del Taiji secondo il metodo della famiglia Wu possiamo ricordare馬岳樑Ma Yueh-liang, 吳圖南Wu T’u-nan e鄭榮光Cheng Wing-kwong.

羞龍 Xiu Long

Nazionali di Taolu 2008

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Non c’è niente da fare!

Claudia con la spada è assolutamente superba, anche se dicono che manca di shenfa, anche se sostengono che potrebbe saltare di più, anche se tutti trovano un miliardo di anche, il punteggio della giuria di 9.23 è uscito fuori come un bel pi jian secco per spaccare in 2 quello che è spada da quello che non è spada

Clau Ban Ma Bu Chu Jian

Ioni, un po’ sottotono ed un po’ sfortunata ha anche lei dimostrato di essere ormai approdata sull’altra sponda del fiume che per me divide chi pratica in un certo modo da chi pratica in altri modi, e la sua sciabola (capace di tagliare anche il suo polso) è stata una delle più belle sciabole viste, così come il suo Changquan; sei tanta roba Ioni!!!!

Serena è stata fenomenale, le prime due linee della sua forma libera di pugno sono state eccellenti! Con un buonissimo ritmo ed un tecnicismo spettacolare, e la sua gestualità e capacità espressiva è migliorata tantissimo…, non a caso Li Yan Jun la chiama Xiao Claudia! Brava Sere!

Nicco è stato un po’ sottotono, ma ha fatto un buon pugno e, per il pochissimo che è stata provata anche una buona spada…, di lui spiccano indubbiamente le doti tecniche, un’elevazione da paura, un’ottima mobilità, e sporattutto il coragio di andare a fare sul tappeto una forma mai provata completamente, anche perchè completata davvero pochissimi giorni prima delle gare, eppure guadagnandosi una medaglia di Bronzo!

E’ quindi sempre più evidente, per me, quanto sia bello il Wushu fatto da questi ragazzi! Al tempo stesso è sempre più evidente quanto sia necessario dal loro 3 cose essenziali per un ulteriore miglioramento, che non si accontenti di vincere o di ben piazzarsi ai prossimi nazionali: 1) metodo, 2) incentivo, 3) espressione.

Il metodo è necessario perchè loro possano procedere, passo dopo passo, in una preparazione atletica che diventi paritaria al loro tecnicismo, oggi come oggi la prima scarsa ed il secondo eccellente. Per incentivo intendo non come un premio per i risultati, ma qualcuno che veramente programmi e segua i loro allenamenti, e che non li lasci soli per mesi per poi riprenderli a fine anno. Sulla propedeuticità dell’imparare ad arrangiarsi e dell’autosufficienza ognuno la pensa come vuole, per me l’orario di allenamento è l’orario di allenamento, e non di filosofia o di auto-critica. L’espressione è quel qualcosa che permea la pratica del wushu in Cina, che dal vecchio mezzo paralizzato di 90 anni al ragazzino di Shi Cha Hai rende unico, leggibile, terribilmente bello, potente ed aggraziato ogni più piccolo gesto praticato.

Pochi giorni per mettere le idee in chiaro, e poi si inizia a lavorare per l’anno prossimo…, e ritornando alle cose buone di questo bel nazionale 2008, grazie Elisabetta, e grazie a Gibbo e Lorenzo Paglia, in più grazie ai ragazzi ed algi insegnanti della Scuola del Fiume, sporattutto a Gianluca, e speriamo l’anno prossimo di poter lavorare insieme.

中国武术 Zhong Guo Wu Shu, le arti marziali cinesi

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…se si parla della Cina…viene spontaneo pensare anche alle arti marziali!

Per dire la verità, noi di Chabuduo siamo stati spinti ad approfondire l’interesse per questo paese e la sua cultura proprio dalla passione per la pratica di questa arte…
Probabilmente la diffusione dei film di Kung Fu ha contribuito in maniera decisiva ad accrescere l’interesse da parte degli occidentali verso l’oriente…e certo che molta confusione si è fatta e si fa!
Nel riconoscere ciò che è originario della Cina, o del Giappone, o di altri paesi dell’Estremo Oriente…soprattutto in merito alle arti marziali.
Ma non è certo nostra pretesa istruire, né commentare, né tanto meno criticare ciò che da altri viene scritto, affermato o divulgato in merito a questo argomento.
Vogliamo anzi mettere in evidenza una piccola parte di quella enorme quantità di informazioni e storie che è a disposizione di tutti (in rete, su riviste o libri), per cercare di stuzzicare la curiosità e la voglia di ricercare e approfondire l’argomento da parte dei nostri disgraziati avventori, attraverso citazioni, interviste, testimonianze, bibliografie e fonti che noi riteniamo interessanti.
Per cominciare abbiamo deciso di introdurre la questione mettendo in evidenza la realtà più vicina a noi in ordine di tempo e di fruibilità…
Non tutti sanno che attualmente in Cina il Kung Fu è largamente praticato come disciplina sportiva nelle scuole e in competizioni nazionali e internazionali, e che esiste un termine “di classificazione” che definisce questo aspetto delle discipline marziali cinesi come Wushu “moderno”.
In questo ambito una ulteriore classificazione viene fatta fra stili del Nord (Bei Quan) e stili del Sud (Nan Quan).
Nel Wushu moderno, in qualche modo si sintetizzano, attraverso la codificazione di stili e forme, elementi caratteristici delle tecniche di combattimento tradizionali del Kung Fu.
Gli stili moderni “codificati” , (forse a discapito di una ricerca più profonda) , possiedono un carattere marcatamente estetizzato, basato sulla rapidità delle esecuzioni e incentrato sull’interesse nella difficoltà del gesto atletico.
Una certa semplificazione garantisce la maggiore accessibilità dovuta e voluta per la massificazione delle discipline marziali, per così consentirne la diffusione tramite l’insegnamento di queste “nuove” discipline nelle scuole.
Oltre a garantire molteplici benefici psico-fisici non si preclude il fatto che la pratica del Wushu moderno costituisca una base formativa utilissima attraverso cui intraprendere un percorso di crescita nell’apprendimento di quest’arte.

铁包子Tie Baozi

Il termine 武术 Wushu

Al momento della fondazione del Comitato di Preparazione della Federazione Internazionale di Wushu nel 1985 a Xi’an, il nome utilizzato nell’atto costitutivo fu Wushu, e venne stabilito che in futuro si sarebbe usata direttamente la traslitterazione cinese e non altri nomi tradotti. […] Tuttavia l’uso del termine “Wushu” non è ancora oggi unitariamente diffuso nel mondo, ciò è dovuto in parte alla breve storia mondiale di questo sport, in parte a ragioni storiche a causa delle quali esso è stato rappresentato da altri nomi; attualmente il Wushu è chiamato Gongfu, Kungfu, Guoshu ed “Arti Marziali”.

Se sfogliamo la storia della cultura cinese possiamo vedere che le svariate forme di Wushu, in alcune migliaia di anni, sono state chiamate in moltissimi modi: tra il XX ed il VII secolo a. C. si trovano i termini quanyong – pugni e coraggio, shoubo – combattimento con le mani, jueli – provare la forza, xianggao – sopraffarsi l’un l’altro.

Tra il 770 ed il 221 a. C. compaiono nomi come jiji – attaccare abilmente, xiangbo – combattersi, shouzhan – battagliare con le mani, wuji – arte marziale, juedi -lottare. In seguito si ebbero molti altri nomi, fra i quali “Wu Yi” era comunque il più usato.

La parola Wushu compare per la prima volta nel testo “Zhaoming taizi wenxuan – raccolta di scritti dell’illustre erede legittimo”, compilato da Xiao Tong (501 – 531), letterato, figlio primogenito dell’imperatore Wudi della dinastia Liang Meridionale, ma anche in seguito il termine più popolare continuò ad essere Wu Yi.

Nel 1926 la Repubblica Cinese fissò ufficialmente il nome ” Zhong Guo Wu Shu – arti marziali cinesi”, abbreviato in Guoshu – arte nazionale, ed ancora oggi a Taiwan ed in alcuni altri paesi si continua ad utilizzare questo nome. Gli stranieri utilizzano spesso diverse traslitterazioni dei vari nomi del Wushu, come: gongfu, kungfu, guoshu, quantou, ecc… […] la parola kungfu ( o gong fu) si è diffusa nel mondo negli ultimi 30 anni al posto di Wushu.

[…] In origine la parola gongfu giunse per la prima volta in Europa circa 200 anni fa, per opera dei missionari francesi che si erano recati in Cina, ed indicava gli esercizi di conduzione del Qi ( xingqi zhi gong) dei Taoisti cinesi. Tuttavia esso non ebbe diffusione in Europa fino agli anni ‘60 e ‘70 di questo secolo, quando entrò profondamente nel cuore delle persone a seguito dei “films di gongfu” del noto artista marziale Li Xiaolong Bruce Lee.

Gongfu è il nome popolare dato al Wushu nelle province di Guangdong e Gunagxi della Cina Meridionale, ma nella storia cinese non è mai stato un termine ufficiale d’uso comune. Gongfu significa originariamente abilità, realizzazione. In cinese vi è un proverbio che dice: ” Zhiyou gongfu shen, tiechu mocheng zhen”, ossia ” solo con un profondo lavoro minuzioso si può macinare una sbarra di ferro fino a farla diventare un ago”, in altre parole “la perseveranza è la chiave del successo”.

[…] Chi studia il Wushu deve imparare a lavorare duramente e meticolosamente (gongfu), cioè deve allenare duramente gli esercizi fondamentali (jibengdong), incarnare bene l’essenza dell’abilità (gongdi), allenare bene la virtù dell’abilità (gongde) e la forza dell’abilità (gongli), ma la parola Gongfu non è mai stata un termine usato ampliamente. Mi auguro con tutto il cuore di assistere ad un ampio utilizzo del termine Wushu, e che la tecnica e la teoria del Wushu servano profondamente ed ampiamente a migliorare la salute fisica ed il carattere morale di tutti i popoli.

Shaolin Wushu Anno 1, numero 1 – Gennaio 1992

Estratto da: Xu Cai – La funzione del temrine “Wushu”, (Wushu Mingci de shiyong). Prefazione a Dizionario pratico delle arti marziali cinesi (zhongguo wushu shiyong daquan) – Traduzione di Fabio Smolari

La diffusione del Wushu in occidente

I films d’azione girati ad Hong Kong, che iniziarono a circolare in occidente all’inizio degli anni ‘70, attirarono un vasto pubblico verso le arti marziali, ma a quei tempi la Cina versava in una difficile situazione politica ed economica che le impediva contatti diretti e proficui con l’occidente in campo sportivo.

Per questa ragione si diffusero prima le arti marziali proprie di altri paesi asiatici, come il Giappone e la Corea; nonostante ciò, siccome un gran numerosi persone continuava a cercare il ” Kung Fu” (nome improprio del Wushu, derivato dalla trascrizione della pronuncia di Gongfu), alcuni improvvisati insegnanti cinesi, provenienti soprattutto da Hong Kong e Taiwan, approdarono in Occidente; ma erano il più delle volte scarsamente preparati se non addirittura approfittatori della buona fede altrui.

D’altronde, essendo molto problematico il confronto diretto con la Cina, non esistevano validi criteri di paragone per stabilire la veridicità o meno delle affermazioni dei singoli individui, e l’unica documentazione disponibile erano i films provenienti da Hong Kong, ma anche questi evidenziavano bagagli tecnici molto scarsi e lacunosi.

Nonostante questi aspetti le voci che ammantavano questo sport crebbero di continuo fino a quando, a partire dalla fine degli anni ‘70, la Repubblica Popolare Cinese inviò una squadra di atleti di Wushu in giro per il mondo in un tour di esibizioni, allo scopo di far conoscere all’occidente le vere arti marziali cinesi.

Le esibizioni toccarono anche l’Italia nel 1980 e nel 1982.

Con l’apertura della Cina all’occidente negli anni ‘80, molti praticanti dell’allora discutibile kung fu, impressionati dalle dimostrazioni viste, si recarono personalmente bella Repubblica Popolare Cinese ad apprendere finalmente lo sport tanto agognato, che trasmisero a loro volta agli appassionati del proprio paese, contribuendo così alla sua divulgazione su scala mondiale.

Dalla metà degli anni ‘80 le autorità cinesi, constatato l’enorme interesse che il Wushu andava suscitando in tutto il mondo, organizzarono corsi speciali per stranieri, e diedero l’opportunità ad atleti ed insegnanti cinesi di recarsi all’estero per insegnare questo sport.

Seguirono poi una serie di pubblicazioni e filmati nelle principali lingue occidentali che facilitarono l’apprendimento e la diffusione del Wushu nel resto del mondo.

Shaolin Wushu Anno 1, numero 1 – Gennaio 1992, A cura della Società Sportiva Quanshu di Ferrara

Articoli riproposti e arrangiati da 羞龙Xiu Long

Il Maestro Lucas Christopoulos

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Lucas Christopoulos è un personaggio da leggenda metropolitana. Nato in Svizzera da padre greco e madre svizzera, a 16 anni decise di partire per la Cina per apprendere le arti marziali e la filosofia classica.
Iscrittosi al corso di laurea quadriennale della Facoltà di Wushu dell’Istituto per l’Educazione Fisica di Pechino, completò gli studi con una tesi di ricerca sulle arti marziali nell’antica Grecia. Nel 1993 conobbe Zhang Zhicheng, 7° generazione del Tongbeiquan della famiglia Qi, col quale studiò per anni l’arte del pugilato giungendone a una conoscenza completa e venendo iscritto negli albi genealogici della scuola come 8a generazione, nonché unico allievo occidentale. Al termine del tirocinio il maestro gli affidò, come vuole la tradizione, una copia del manoscritto segreto della scuola (qijia tongbei quanpu).

Nella lontana provincia del Gansu divenne allievo del famoso maestro Huang Baoshan (1907-1998), un tesoro vivente del wushu, dal quale apprese stili tradizionali come shaolin luohaquan, erlu hongquan, zuibaxianquan.

Quando Huang Baoshan morì nel 1998, incurante della scomodità del viaggio, partecipò al suo funerale ove conobbe ex allievi e compagni del maestro che arricchirono la sua formazione con le eccellenti tecniche di bastone del Gansu: “bastone dell’ubriaco” (zuigun), “bastone del vecchio che guarda il campo” (laohan kantian gun), “bastone delle 4 porte” (simengun).
Udito che nel Gansu esisteva un monastero taoista ove ancora si praticavano arti occulte, decise di recarvisi. Qui scoprì che i monaci appartenevano alla setta della “foresta dei demoni” (guilin daopai), ancor viva in soli due luoghi in Cina, e si tramandavano i classici dell’antica strategia militare, tecniche di spionaggio, pratiche magiche ed esorcistiche.

In otto anni di permanenza in Cina, e nei suoi continui lunghi viaggi di studio, Christopoulos ha conosciuto vari famosi maestri del wushu tradizionale e studiato diverse tecniche; da un maestro di Cangzhou ha appreso anche il fengmogun (bastone del demone pazzo) e quindi è oggi depositario delle 4 tecniche di bastone più famose della Cina: shaolingun, fenngmogun, zuigun, simengun.

Rientrato a Losanna – sua città natale – è stato invitato ad insegnare presso l’Università dello Sport e ha iniziato a dedicarsi alla ricerca e all’insegnamento.

Di grande interesse storico le sue ricerche sull’influenza della cultura e delle scienze ellenistiche in Asia e gli scambi tra Cina e Occidente in ambito filosofico, culturale e marziale. Nel 2001 ha iniziato una proficua collaborazione con l’Istituto Wushu città di Firenze che lo ha invitato in Italia a tenere seminari periodici di Shaolin Zhouquantui e Shaolingun per far conoscere al pubblico occidentale l’efficacia di queste tecniche antiche fortunatamente non ancora inquinate dal moderno “Shaolin tradizionale” e non richiedenti costumini gialli, gambaletti grigi e scarpette feiyue per essere apprese.

Articolo tratto da: https://www.xiulong.it/puristipercaso

di Fabio Smolari

南拳 Nánquán – la boxe del Sud

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Il termine 南拳Nánquán indica l’insieme di stili delle arti marziali cinesi che si sono originati e sviluppati a sud del fiume Yangtze, che conobbe una grande diffusione intorno al 1960.

Nánquán contemporaneo è uno stile moderno, creato durante la grande rivoluzione culturale, derivato da alcuni degli stili più diffusi della regione del Guangdong, del Guangxi, del Fujian e dello Zhejiang fuse ad alcuni aspetti dei metodi di famiglie tradizionali come Hong, Li, Liu, Mo e Cai.

Le caratteristiche peculiari e distintive del Nánquán consistono in movimenti e tecniche veloci, potenti, ferme e decise, con posizioni

statiche e spostamenti solidi e repentini ma allo steso tempo agili, e rispetto all’eleganza ed alla leziosità degli stili del Nord, esprime grande forza e vigore,

espresso anche attraverso urla, dettefasheng, che rappresenta o riproduce le caratteristiche di animali, e interpretabile come il predecessore del “kiai” caratteristico delle Arti Marziali nipponiche e coreane.

La forza dei movimenti deriva da posizioni ristrette e stabili in cui le rotazioni rapidissime della vita generano una serie di movimenti veloci, forti e repentine delle braccia predilette alle tecniche di gambe, al punto che in Cina è popolare il detto Bei Tui, Nan Quan (Calci al Nord e pugni al Sud). Il Nanquan è comunque caratterizzato nella sua pratica ed espressione da una ricca serie di fondamentali, gesti tecnici e gruppi di movimenti inconfondibili, sebbene

nelle forma da competizione libere attualmente si vada perdendo alcuni di questi aspetti per guadagnare nelle prestazioni atletiche e nell’estetica più fine ed aggraziata.

Inconfondibile rimane comunque l’utilizzo delle mani e delle dita (Shou fa he Zhi fa) e la postura durante l’esecuzione delle tecniche di pugno (Chong Quan).

Ying Zhua

Artiglio del falco

He Zui Shou

Mano a becco di cicogna

Hu Zhua

Artiglio della tigre

Long Zhua

Artiglio del drago

He Zhua

Artiglio della gru

Yi Zhi Mei

Dito del Mei

Dan Zhi

Dito singolo

1)Pugno del Nan Quan

2)Pugno del Chang Quan

Anche il Nánquán prevede l’utilizzo di molteplici armi, come la sciabola del Sud, il Nandao 南刀, ed il bastone del Sud南棍, diverse dalle armi del Nord sia nell’aspetto sia nel maneggio e nell’esecuzione tecnica dei fondamentali; anche le armi sono incluse nelle forme prestabilite (taolu) durante le competizione ufficiali.

Nel 2003 la International Wushu Federation (I.W.U.F.) ha modificato le regole delle competizioni di Nánquán contemporaneo, stabilendo degli obbligatori e dei coefficienti di difficoltà (Nan Dun 难度), ed ufficializzando prestazioni atletiche quali calci saltati con rotazione in aria tra i 360° ed i 720°, così come il Flip indietro da fermo 原地后空翻ed il “Single Step Back Tuck” 单跳后空翻.

Tratto da: Wikipedia.org à NanQuan

Arrangiamento grafico e rielaborazione del testo 羞龙Xiu Long

I dodici modelli del Chang Quan

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Il Wushu è parte inscindibile della cultura cinese, ne fa parte, trae ispirazione ed allo stesso tempo contribuisce a formare modelli ideali a cui ispirarsi appartenenti agli insiemi iconografici, iconologici ed immaginari della stessa cultura cinese.

Le forme di Wushu (Taolu) consistono in una successione di movimenti concatenati ed armonici, eseguibili secondo respiri diversi, sia nel ritmo (movimento e pausa, accelerazioni e fasi più lente) sia delle dimensioni e nelle altezze (grande e ampio, piccolo e raccolto, alto e basso).

I movimenti sono quindi molto diversificati, impegnativi ed approfondibili sin dalle sequenze più elementari: richiedono e sviluppano una grande coordinazione generale e dei singoli muscoli, ognuno di questi movimenti è fatto di forze e tecniche più o meno visibili, appartenenti alle arti marziali cinesi.

1.. DONG RU TAO

(muoversi come un’onda)

Muoversi come un’onda significa che quando il corpo si alza e si china, deve muoversi come le grandi onde di un oceano in tempesta che si sollevano continue ed impetuose, ma nel movimento c’è quiete e musicità, purezza ed essenzialità.

2. QING RU YE

(essere leggeri come una foglia)

Leggeri come una foglia significa che, quando occorre leggerezza, si deve assomigliare alle foglie degli alberi sollevate da un soffio di vento, leggere, graziose e vivaci che danzano ondeggiando sospinte dal vento. Leggeri ma non flosci, nel fluttuare si devono conservare grazia ed eleganza.

3. LUO RU QUE

(ricadere come la gazza)

Ricadere come la gazza significa che al momento di ricadere a terra si deve assomigliare ad una gazza che improvvisamente atterra sulla punta di un ramo, gentilmente, senza far rumore, tranquilla, leggera e sicura. Allo stesso modo bisogna atterrare stabili e puliti, con fermezza e precisione.

4.ZHAN RU SONG

(erigersi come un pino)

Erigersi come un pino significa che quando ci si trova in posizione eretta sui due piedi a gambe distese, la posizione assunta dal corpo deve assomigliare ai verdi pini e ai cipressi smeraldini. Si deve stare diritti con forza, imponente da ispirare riverenza. Alla vista deve esserci movimento nell’immobilità, eleganza e potenza, imponenza e dignità.

5. QI RU YUAN

(saltare come una scimmia)

Saltare come una scimmia significa che quando si spicca un salto si deve avere la sensazione dell’agilità, della prontezza, della rapidità e della potenza di una scimmia che balza. Si deve essere forti e veloci, rilassati e distesi in modo naturale.

6. ZHUAN RU LUN

(roteare come una ruota)

Roteare come una ruota significa che quando si ruota, si spazza, ci si gira o ci si volta, le braccia e le gambe devono girare come la ruota di un carro, rapide e con forza, con un movimento circolare, continuo e scorrevole. Facendo perno sul fulcro della rotazione le rotazioni e le spazzate devono descrivere dei cerchi, le girate e i rivoltamenti degli anelli.

7. LI RU JI

(stare diritti su una gamba come il gallo)

Diritti su una gamba come il gallo significa che, quando si è in posizione eretta in appoggio su una gamba sola, si deve assomigliare al gallo quando si ferma improvvisamente in equilibrio alzando una zampa, fermi come una roccia, solidi come il monte Tai, come se il piede a terra avesse radici e la gamba d’appoggio fosse una colonna, in equilibrio naturale.

8. ZHONG RU TIE

(essere pesanti come il ferro)

Pesanti come il ferro significa che in quei momenti che richiedono forza pesante e affondata, la tecnica di emissione della forza deve essere travolgente ed inarrestabile come il ferro temprato in acciaio. Si deve marcare la pesantezza con rabbia e fermezza, leggerezza e pesantezza devono armonizzarsi, la forza impiegata deve essere appropriata.

9. ZHE RU GONG

(flettersi come un arco)

Flettersi come un arco significa che, quando ci si torce o si flette il busto, la vita deve flettersi come un arco completamente teso, ci si deve piegare mantenendo la forza, compiere un movimento che restituisca elasticità. Mantenendo la vita come punto chiave, nella morbidezza ci deve essere tenacia e forza.

10. JING RU YUE

(stare immobile come un monte imponente)

Immobile come un monte imponente significa che al momento di fermarsi in una posizione fissa, la posizione del corpo deve essere salda come un’alta montagna, di forza e aspetto imponenti e grandiosi, perciò movimento ed immobilità devono essere chiaramente distinti, “oltre la montagna c’è ancora la montagna”.

11. KUAI RU FENG

(essere veloci come il vento)

Veloci come il vento significa che

nei movimenti che richiedono prontezza e velocità improvvisa, si deve assomigliare ad una violenta bufera con raffiche di vento improvvise, con tuoni e lampi, alla quale nessuna forza può opporsi. Ma bisogna anche essere ordinati, veloci si ,ma senza fretta.

12. HUAN RU YING

(essere lenti come l’aquila)

Lenti come l’aquila significa che

quando il movimento richiede una decelerazione, si deve assomigliare ad un’aquila maestosa che descrive spirali nel cielo, lenta ed elegante, con portamento fiero e imponente. Bisogna essere lenti ma non fiacchi, tutto lo spirito concentrato.

Il termine tecnico ” I dodici modelli” Shier Xing indica le tecniche fondamentali del Chang Quan, ed anche le forme fondamentali dei movimenti del corpo.

Per il Wushu i nostri predecessori si sono ispirati alle immagini del mondo naturale ed ai movimenti degli animali, con una tecnica artistica esasperata e raffinata, riassumendo in maniera incisiva ed idealizzando le caratteristiche e le variazioni di movimento che caratterizzano il Chang Quan in modelli standardizzati ed iconocizzati.

I 12 modelli del ChangQuan costituiscono una serie di riferimenti per I praticanti: icone facilmente conoscibili, riconoscibili, da cui attingere o da riscoprire dentro di noi.

Tratto da SHAOLIN WUSHU n. 2°, maggio Giugno 1992

Disegni originali Sun Jiandong

Testo originale Li Hua

Arrangiamento grafico羞龙 Xiu Long e 流剑和亮 Clau

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