秋风清,秋月明 – Li Bai chanson d’automne


秋风清,秋月明。落叶聚还散,寒鸦栖复惊。 相思相见知何日,此时此夜难为情。

Sir William Hill, Derbyshire - acquerello su carta ruvida
Sir William Hill, Derbyshire - acquerello su carta ruvida

Li Bai è incredibile, ed il suono della sua poesia mi piace da morire, così come, ora come ora, mi piacciono da morire le poesie di Verlene e di Rimbaud e come scrive Jean P. Faye: destrutturalismo, traformativismo, wo dou xihuan!

Rimbaud scriveva al professor Georges  Izambard: “Voglio essere poeta, e lavoro a rendermi Veggente : lei non ci capirà niente, e io quasi non saprei spiegarle.
Si tratta di arrivare  all’ignoto mediante lo sregolamento di  tutti i  sensi.
Le sofferenze sono enormi, ma bisogna  essere forti, essere nati poeti, e io mi sono  riconosciuto poeta.
Non è affatto colpa mia.
È  falso dire: Io penso, si dovrebbe dire: mi si pensa.
Scusi il gioco di parole. IO è un altro

Chi sono io? Chi sono gli altri?  E chi sarei io senza gli altri? Davvero io posso essere così cattivo, ladro, bugiardo, approfittatore, traditore come gli altri mi pensano? Davvero poi io posso essere fedele, giusto, incorruttibile, bello, bravo come ancora altri mi pensano?

IO è un altro…, e questo autunno è decisamente caldo ed umido, ed a Firenze la mattina presto, ci sono albe spettacolari che posso ammirare mentre studio o faccio Taiji dalla finestra della mia camera.

Nessuna vergogna.

Nessuna vergogna, come so che qualche cervello pensa di me,  – ad ammettere di “essermi ridotto” a far Taiji nella mia camera di mattina –

Libertà! Molto meglio la libertà di fare cosa mi pare e come mi pare che dover scendere a patti anche in questa ridottissima e privatissima sfera della mia vita. Molto meglio sbagliare con le proprie gambe e con le proprie anche intorpidite e saldate che dover sottostare a quello che dice il maestro!

E poi…maestro? Che maestro? Dov’è? E maestro di chi?

Perchè tutti chiamano ed identificano il maestro in qualcuno, vuol dire che questo qualcuno è maestro?

Io è un altro…, e nel sutra del loto c’è scritto, a proposito di noi stessi, di trattare l’altro con bontà a prescindere dalla bontà che l’altro adopera nel trattarci…, ed io interpreto nel mio piccolo cervello che la bontà, per essere veramente bontà, non deve essere condizionata da couli alla quale la destiniamo…: troppo facile trattar bene chi ci piace e riservare il trattamento di bontà a coloro che non ci aggradano!

Come dire: il fine della bontà è la bontà…, dunque il fine della bontà non può essere che la pratica della bontà stessa, senza altro prima, senza altro dopo, e… beh!

Beh…

Se ne deduce che allora io decisamente non sia il virtuoso di cui parla il sutra del loto, e questo il mio piccolo cervello pensa! Se si concentra su quel versetto del sutra del loto, presente e tradotto in altre forme, come non fare quello che non vorresti sia fatto a te (qui però l’abile traduttore ha posto il solito divieto…, una prassi della chiesa con la c minuscola che ben conosco)

Beh…, in questo argomento io davvero sono molto lontano dal potermi dire coerente, sebbene ammiri profondamente queste parole e cerchi ovunque un loro riscontro: mi rendo conto di essere altamente infiammabile, una crepa di rottura in una pietra ed una nota stonata in certe sinfonie, soprattutto perchè non appena mi dileguo da alcuni ambienti tutto magicamente si dipinge di amena e sorridente realtà, tutti divengono amici sinceri ed inseparabili, tutti amano convivere insieme e stringersi in un irrefrenabile e sorridente abbraccio di vera amicizia…e…beh, ed io?

Io è un altro!

E come a Tian Tan, nel 2005

Già nel 2005,,,quasi 4 anni fa! Come si cambia in 4 anni

Ogni mattina, stamani come l’alba del 11 Agosto dalla porta Ovest di Tian Tan,  il sole che sbuca colora un po’ come gli pare il cielo e le nuvole di un mondo in cui tutti viviamo, anche io, sebbene non ne sia degno, vivo…, e allora l’alba ha a anche un’altra dimensione, la dimensione del risveglio, un’uscita colorata e luminosa dal torpore e dalla nebbia che davvero mi affascina enormemente, e costituisce un tema che voglio dipingere…

L’acquerello di nuovo si presenta come il medium che più mi piace per rappresentare l’alba fumante e nebbiosa di queste mattine calde ed umide, la tecnica del wet on wet di nuovo il metodo più ganzo da applicare per rendere sulla bella carta ruvida e spessa quanto questa aria si umida e feconda.

Misty Pool - less misty by darker tones
Misty Pool - less misty by darker tones

Questa alba, come quelle del Settembre del 2005, nel mio cuore niente è cambiato sebbene tutto sia mutato, ed ogni io è al suo posto: il maestro è il maestro, l’allievo si allena e ripete, i ruffiani girellano come sciacalli intorno alla nuova preda da spolpare, nelle case convivono amici pronti ad aiutarsi ed estremamente leali, chi amo è sempre nel mio cuore, chi odio è già morto e non lo sa.

Stamattina, come Sabato pomeriggio scorso, come nell’estate del 2005 a Tian Tan, l’alba ha dipinto un quadro per me, ed io lo ammiro mentre si dissolve nella pienezza del giorno, mentre assaporo il colore del legno degli alberi bagnati dalla nebbia rossa e gialla, mentre io cammino verso la scalinata del tempio del cielo, mentre il fiume scorre

Misty Pool - very misty by lighter tones
Misty Pool - very misty by lighter tones

verso il mare, mentre lei dorme nel suo letto piccolo e caldo, io qui dipingo di nuovo questa scena, oggi più chiara di quella dell’altra volta…

E quando lavoro con l’acquerello, con la tecnica del Wet in Wet, una meravigliosa atmoesfera prende vita da una tecnica semplice come l’acqua, che si impregna di vita e si arricchisce dei colori…

Così come un allenamento, così un dipinto non potrebbe mai e poi mai essere confinato al solo alberello od alla staccionata in primo piano…, e per quanto io possa riempire centinaia di migliaia di fogli con schizzi di alberelli e staccionate, il farli perfetti e bellissimi in ciascun singolo sketch, non potrà mai essere la stessa cosa del dipingere questi alberi e questa staccionata nella sequenza di un acquerello intero!

Io è un altro, questo alberello non è “l’alberello”, ma è l’alberello di questa misty pool, che è lo stesso, ma diverso di quella più scura…yong yi yang, yong bu yi yang!

Perchè il fine di questo mio dipingere,,,quale è?

E poi?

Un ponte?

Crook Gill packhorse Bridge, Yorkshire
Crook Gill packhorse Bridge, Yorkshire

Si, un piccolo ponte che appare nell’alba nebbiosa dello Yorkshire, un ponte che collega qualcosa a qualcos’altro, qualcuno a qualcun’altro, che mi rende veggente, che mi permette di vedere qualcosa oltre l’apparenza sfocata della mia miopia…: si tratta di arrivare all’ignoto, mediante lo sregolamento di tutti i sensi…, perchè il fine del poeta è essere poeta, così come il fine del mio dipingere è dipingere, così come il fine del mio scrivere è lo scrivere, così come il fine della mia pratica è la mia pratica…

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