Sono alla prese con un lavoro che mi piace infinitamente, e che ritrae a matita una bambina tibetana dello Yunnan, e si basa sulla fotografia “Bambina di un villaggio nei pressi del monastero Songzanlin” di Gianni Limonta in “Yunnan – Cina” pubblicato nel 2000 dalla Leonardo Arte.
Bambina di un villaggio presso Songzanlin, Yunnan
Lo schizzo preparatorio eseguito a tecnica mista , acquerello e matita colorata su carta da spolvero rosa, è stato selezionato per la copertina del libro “Benvenuti nel paese delle donne, i Moso. un viaggio ai confini del Tibet” di Francesca Rosati Freeman, edito dalla XL edizioni, attualmente in pubblicazione ( http://www.xledizioni.splinder.com ).
Francesca Rosati Freeman, "Benventui nel paese delle donne, i Moso: un viaggio ai confini del Tibet"
Questo è anche il ritratto del sentimento personale di immensa nostalgia per la Cina, in particolar modo dei paesaggiumani incontrati nel mio pellegrinaggio lungo la porzione nord-occidentale della provincia dello Yunnan, ai piedi del Tibet.
Il titolo è anche citazione dell’opera omonima di Ilario Fiore che ben descrive sintomi e sentimenti del maldiCina.
La bambina di Songzanlin è l’incarnazione della bellezza vissuta laggiù, di volti di terracotta dalle gote arrossate dal sole, di espressioni fiere ed al contempo timorose con sguardi di perla, della festa di colori dei costumi tradizionali delle minoranze dello Yunnan, un’enorme ricchezza ed una sconfinata varietà etnica, culturale ed artistica di quella provincia ai confini dello Sichuan e del Tibet, una delle visioni più toccanti che quotidianamente rivive nei miei pensieri e nei miei ricordi di Cina.
Il monastero di Songzanlin è un complesso religioso la cui fondazione risale a circa 300 anni fa, e nella sua imponente struttura vivono dai 200 ai 300 monaci buddisti. La via per accedere al monastero è circondata da vecchi edifici fatti di terra essiccata e legno, con improvvisi lampi di calce bianca, uno sfondo unico e silenzioso in cui appaiono e veleggiano macchie porpora e rosa: i monaci al lavoro e le bambine del villaggio limitrofo dalle vesti fuxia, con copricapi sgargianti, decorati con motivi floreali, dai volti dolci e baciati dal sole, che desiderano vendere piccoli oggetti dell’artigianato locale ai visitatori.
Il monastero si trova presso la città di Zongdian, conosciuta anche con il nome di Shangri-la, distante circa 200 km a Nord di Lijiang, crocevia etnico-culturale e capitale della religione Dongba e della tradizione manoscritta pittografica del popolo Naxi.
Lijiang, Zongdian ed i loro abitanti sono alcune gemme del variopinto e prezioso scrigno dello Yunnan, a sua volta parte dell’immenso tesoro della Cina. Questa provincia sud-occidentale abbraccia la più grande varietà di visioni e paesaggi di tutta la Cina, partendo dalla giungla del sud al confine con Laos e Myanmar (Birmania) e giungendo a nord fino alle imponenti montagne del Tibet, un altopiano di terra rossa solcato da fiumi imponenti come lo Yangtse, il Mekong ed il Salween.
La ricchezza naturale si esterna con il brulicare della vita in tutte le sue espressioni e varietà: delle 30.000 specie di piante viventi in Cina 18.000 si trovano in Yunnan, così come per la fauna, e sul suo territorio vivono ben 25 delle 56 minoranze etniche cinesi.
Mal di Cina, pochi giorni fa
Il volto, gli occhi, l’esplosione di colori degli abiti della bambina di Songzanlin, una bimba tibetana, è il ritratto di questa abbagliante varietà e della ricchezza variopinta che ho incontrato nel mio pellegrinaggio nel 2005, al cui ritorno sono stato afflitto da inevitabile maldiCina.
Li Bai è incredibile, ed il suono della sua poesia mi piace da morire, così come, ora come ora, mi piacciono da morire le poesie di Verlene e di Rimbaud e come scrive Jean P. Faye: destrutturalismo, traformativismo, wo dou xihuan!
Rimbaud scriveva al professor Georges Izambard: “Voglio essere poeta, e lavoro a rendermi Veggente : lei non ci capirà niente, e io quasi non saprei spiegarle.
Si tratta di arrivare all’ignoto mediante lo sregolamento di tutti i sensi.
Le sofferenze sono enormi, ma bisogna essere forti, essere nati poeti, e io mi sono riconosciuto poeta.
Non è affatto colpa mia.
È falso dire: Io penso, si dovrebbe dire: mi si pensa.
Scusi il gioco di parole. IO è un altro“
Chi sono io? Chi sono gli altri? E chi sarei io senza gli altri? Davvero io posso essere così cattivo, ladro, bugiardo, approfittatore, traditore come gli altri mi pensano? Davvero poi io posso essere fedele, giusto, incorruttibile, bello, bravo come ancora altri mi pensano?
IO è un altro…, e questo autunno è decisamente caldo ed umido, ed a Firenze la mattina presto, ci sono albe spettacolari che posso ammirare mentre studio o faccio Taiji dalla finestra della mia camera.
Tian Tan Gong Yuan, promenade from Xi Men to Dong Men
Tian Tan Gong Yuan park in Beijing was certainly the most important Wushu Guan for the whole period I was in China, douring summer of 2005!
Because of it’s wonderfull nature and becuase of genuin and real way of doing of Tian Tan people, and Tian Tan Wushu, I assumed Tian tan as the most important place to go to pratice and training Wushu, and Tian Tan Wushu ren (both people who pratice, people who teach, etc… ) as the most desiderable company training with except few, few close friends!
Those, of course, talkin’ about myself, Wushu ren of 32 who come from Italy looking for truth and source…here I found that: 书剑同源 shu, jian: tong yuan – the book, or the art of writing or even the art of study, and sword, both share the same source…
In this last moths, full of work and University engagements, also full of Clau’s European selection and training preparation, just pianted just this 1 oil on canvas, dedicated to Tian Tan promenade, from west gate to ovest gate, at about 5.30 am, when I wolked along the stupend tree-avenue of Tian Tan at down, to reach Liu Jin Ping laoshi training place, where I learned 2 Wu Shi Taiji taolu (modern fist and old sword taolu) and 1 Wudang Taiji Jian taolu.
Xiuart e’ una raccolta di disegni, acquerelli, tele e dipinti a tecniche miste…
Nonche’ un altro luogo d’incontro tra Oriente ed Occidente.
Xiuart non ha la pretesa di mostrare opere d’arte, ma ha la pretesa come VICINA di creare vicinanze e di esprimerle attraverso il linguaggio della cultura fattasi pittura…
Xiuart nasce!
Dal bisogno, dalla voglia estrema, dalla smania espressiva, creativa, comunicativa…zhende!!!
« Ho cinquant’anni ed ho sempre vissuto libero; lasciatemi finire libero la mia vita; quando sarò morto voglio che questo si dica di me: Non ha fatto parte di alcuna scuola, di alcuna chiesa, di alcuna istituzione, di alcuna accademia e men che meno di alcun sistema: l’unica cosa a cui è appartenuto è stata la libertà. »
Letters of Gustave Courbet, 1992, University of Chicago Press
大理事会光路 dà lǐshìhuì guāng lù - the great council light way
Mai come in questo periodo amo la libertà!
E sento una pulsione irrefrenabile ad esprimere quello che mi accade e che mi è accaduto, specialmente adesso, che sono reduce dal trasloco, un momento particolare della mia vita dove ancora una volta ho dovuto stipare e sigillare le mie cose, tutte le mie cose, in scatole e borse, portarle via da un luogo che per due anni è stata la mia casa, per un altro luogo che per altri anni sarà la mia nuova casa.
Il motorino e la macchina hanno subito imparato la nuova strada, ma il mio cervello ostinato e cocciuto ancora fatica ad orientarsi, a prendere la via giusta, a “staccare” le spine ed a chiudere i vari rubinetti.
Magari si pensa che sia facile “impostare” la nuova strada di casa…, ma specialmente la sera, quando la stanchezza ed i pensieri di un’intera giornata vissuta affollano ed offuscano la mia mente, dopo aver portato a casa la mi’ bimba bella, a volte finisco col prendere la direzione sbagliata, e ritorno asulla strada che facevo ogni giornoper tornare “a casa mi avecchia”
Beh…poco male! Si ricambia direzione e si torna indietro! –> Su Xiuart.org