This paper is focused about fighting techniques identification among the arsenal available and trainable by the 朱 Zhū Family 陈家沟 Chénjiāgōu 太极拳 Tàijí Boxing in the 新架 Xīnjià method practice. This preliminary work is restricted to analysis and results belonging to 朱向前Zhū Xiàngqián 新架 Xīnjià set.
Research is grounded over fighting techniques identification and classification as data to be detected, disambiguated, marked-up and classified from direct analysis of sources. Sources for this study consist of 新架套路 Xīnjià routines, by this preliminary paper field of research presented is restricted to 朱向前Zhū Xiàngqián master, so in relation to 朱向前Zhū Xiàngqián 新架Xīnjià boxing proximity, sources have been categorized as primary, secondary and tertiary.
Analysis of data retrieved evinced 3 main categories of fighting techniques: striking, projection and joint lock. Percentages of data recorded put in light the strongest predominance of striking techniques among all, a statistically significative and very strong difference confirmed by the application of Mann-Whitney U test.
Deeper analysis of striking data evinced that punching represents the most frequent striking technique, followed by elbow and kicking: Mann-Whitney U test inferred again a statistic significative relevance for mathematical predominance.
Data suggest the presumable and reasonable presence of a striking core of fist techniques.
the comparison and convergence of striking retrieved data from Xinjia method towards contemporary boxing basics, led Taolu training and repetition of routines to be compared to the solo shadow-boxing training phase, and 推手Tuīshǒu to a couple-drill with a cooperative partner.
Integration with modern-boxing and other fighting methods training are finally proposed for ad effective capacity improvement in striking.
Keywords: 中国武术 • 陈氏太极拳 • 新架 • 朱向前 • Chinese martial arts • striking techniques • combat sports • traditional martial arts • cross language information retrieval
Introduction: The Problem of the Martial Habitus In the last 10 years, the field of scholarly study of martial arts and combat sports has been expanding steadily.
For example, a range of empirical qualitative (particularly ethnographic) research has been produced within capoeira (Delamont and Stephens 2008; Joseph 2008a), Venezuelan stick and machete fighting (Ryan 2011), military and ‘reality’ schools of fighting (Bar-On Cohen 2011), mixed martial arts (MMA) (Downey 2007a; Spencer 2009; Abramson and Modzelewski 2011) and Chinese martial arts (Jennings, Brown and Sparkes 2010).
A number of these make quite extensive use of the concept of habitus as developed by Bourdieu (1977) and Bourdieu and Wacquant (1992).
This concept has provided a powerful analytical tool for making sense of the reflexive cultural dynamics taking place between these arts as transcultural practices, their specific sociocultural contexts of adoption and adaption, and the pedagogical and transformative nature of these practices for their practitioners.
The notion of a martial habitus has apparent interpretive connections with Wacquant’s (1992, 2004a) work on the ‘pugilistic habitus’ (for example, certain key dispositions are seemingly shared such as Wacquant illustrated, the near monastic devotion to routinized training practices).
However, unlike the field of boxing, which is the product of a long and increasingly globalized process of standardization of pugilistic logics of practice (i.e. winning, losing, professional, amateur, legitimate, illegitimate, types of body (weight, condition, age, gender) and uses of the body techniques, etc.), at this point in time there are difficulties with accounting for the commonalities and differences of dispositional schemata that might be constitutive of a martial habitus covering the range of martial arts and combat sports that currently exist (Sánchez and Malcolm 2010).
This is due to their immense variety, cultural location and associations, lack of standardization, various intended outcomes of practice and, crucially, body pedagogies.
In this paper the author proposes to adopt and apply TABATA HIIT protocol in group of movement methodology training sessions focused about Chenjiagou Taiji Sanshou routine of 42 movements as taught by 朱天才Zhu Tiancai and 朱向前Zhu Xiangqian.
After a brief intro with necessary frames-giving info, the author presents one of the TABATA training schemes adopted and integrated within conditioning practice routine.
Key words: HIIT, TABATA, Chen Taijiquan, Wushu, training methodology
INTRODUZIONE
La peculiare sequenza in 42 movimenti del pugilato ortodosso di Chenjiagou secondo il metodo della famiglia di Zhu Tiancai (da qui 42 Fajin) è caratterizzata dalla successione di movimenti esplosivi, contenenti forze esprimibili e finalizzabili in tecniche di percussione e proiezione eseguite a vuoto e concatenate da brevissimi collegamenti da eseguirsi più o meno lentamente. In accordo con Zamblera S., 2019:56 l’esercizio dalla durata di 3 minuti abbondanti è classificabile, come tutto il lavoro inerente alla pratica del Chen, quale “resistenza muscolare di media durata” in cui si evince una componente aerobica importante, ed una fondamentale componente di potenza alattacida1.
Da questo punto di vista prettamente legato ai prodotti dell’allenamento la qualità che la 42 Fajin richiede ed al tempo stesso maggiormente allena è la potenza resistente in cui è possibile individuare:
il mantenimento di un alto output di potenza con recuperi incompleti,
uno scenario energetico caratterizzato da sistema dominante anaerobico lattacido,
substrati energetici principali fosfocreatina e glicogeno,
fattori limitanti: potenza e potenza resistente.
Lo sviluppo ed il lavoro fisico che apporti miglioria alla destrezza necessaria sia al contenuto tecnico dei 42 movimenti che nell’esecuzione di tutta la sequenza 42 Fajin quale strumento allenante potrebbe essere coltivato a parte ed allenato in separata sede dall’esecuzione di tutta la forma, seduta di allenamento che si focalizza su altri risultati. In accordo con Zamblera, 2014 l’allenamento volto all’approfondimento tecnico potrebbe giovare dall’esecuzione e la ripetizione di gruppi di movimenti, poiché la restrizione del contesto e la focalizzazione su porzioni di sequenza rispetto a tutta la forma o gran parte di essa risulterebbe essere la metodologia più appropriata2.
Per quanto riguarda l’allenamento mirato allo sviluppo della destrezza fisica che sussume il possesso e l’utilizzo delle forze speciali contenute nel Chen, riprendendo quanto sperimentato e proposto dall’autore sull’impiego di sessioni di Sprint Interval Training (SIT) Fartlek e High Intensity Interval Training (HIIT) è stato possibile teorizzare e sperimentare nell’ambito peculiare della 42 Fajin un allenamento basato sul protocollo Tabata3.
PROTOCOLLO TABATA
Il nome TABATA si riferisce al protocollo di allenamento HIIT – High Intensity Interval Training ideato da 泉田畑 Izumi Tabata, preside della Scuola di specializzazione in scienze dello sport e della salute dell’Università di Ritsumeikan, diventato famoso proprio in relazione a questo sistema quale forma di allenamento a intervalli ad alta intensità; ad onor del vero lo stesso dottor Tabata attribuisce all’allenatore olimpico di pattinaggio di velocità 入澤 孝一 (イリサワ コウイチ) Koichi Irisawa, Professore della Faculty of Health Care Department of Physical Therapy della Takasaki University of Health and Welfare, il primato quale pioniere della tecnica.
Ogni sessione TABATA ha un’estensione di 240″ (4 minuti) ed è divisa in 8 ripetute, ciascuna composta da 2 attività: 20” di allenamento alla massima intensità di ripetizione di un gesto e 10” di recupero passivo.
Ogni ripetuta del protocollo Tabata deve avere le caratteristiche tipiche dell’alta intensità (HIT) – oltre la soglia anaerobica e con l’attivazione del metabolismo anaerobico lattacido: più precisamente, nella durata dei 20” l’intensità deve spingersi al 170% circa del massimo consumo di ossigeno (stimato in VO2max), il che sostanzialmente coincide alla massima velocità fisicamente raggiungibile dal soggetto.
Isolando ciascuna tecnica esplosiva della 42 Fajin e considerandola come l’esercizio da eseguire per i 20″ di attività è possibile applicare il protocollo all’intera sequenza le cui caratteristiche di soli movimenti esplosivi si prestano ad essere allenata completamente tramite questo approccio.
Isolando poi ciascuna delle “posizioni” della 42 Fajin è possibile avvicinarsi a quanto accennato precedentemente circa l’allenamento delle forme tramite ripetizione focalizzata su piccoli segmenti, i gruppi di movimenti.
Essendo ogni sessione Tabata composta di 8 fasi di attività, e la forma in questione di 42 “stazioni”, è stata integrata l’ultima seduta TABATA con i movimenti tratti dalla stazione 掩手肱拳Yǎn shǒu gōng quán – coprire la mano e sferrare il pugno dalle tecniche della 新架Xīn jià, contenente 2 tecniche di percussione di pugno ripetute 3 volte ciascuna.
33. 挂肘摔(左)guà zhǒu shuāi(zuǒ) – gomitata a proiettare (sinistra)
34. 左臀靠 zuǒ túnkào – spallata sinistra allo sterno.
35. 右棚劲 yòu péng jìn – colpire in guardia destra
36. 左捋摔 zuǒ lǚ shuāi – proiettare tirando in basso a sinistra.
37. 双峰貫耳 shuangfēng guàn ěr – due vette perforano le orecchie.
38. 双崩拳 shuang bēng quán – doppio pugno a frusta.
39. 双拳迎门 shuang quán yíng mén – doppio pugno a spalancare la porta.
40.双按掌 shuang àn zhǎng – due palmi premono in basso.
Defaticamento
Sesta sessione (integrata da pugni Xinjia)
41. 迎门靠 yíng mén kào – spallata a spalancare la porta.
42. 双推掌 shuang tuī zhǎng – due palmi spingono in avanti.
43, 45, 47. 弓步衝拳 Gōng bù chōng quán – passo ad arco e conficcare il pugno.
44, 46, 48. 弓步鞭拳 Gōng bù biān quán – passo ad arco e pugno frustato.
Defaticamento
CONCLUSIONI
La pratica del pugilato della famiglia Chen osservata dal punto di vista dei prodotti dell’allenamento consente di sperimentare ed adottare alcune metodologie di condizionamento come sessioni di HIIT e SIT focalizzate sul miglioramento delle forze generali, specifiche e speciali proprie della disciplina praticata.
L’applicazione del protocollo TABATA sull’allenamento della 42 Fajin rientra in questa visione e sperimentazione.
L’integrazione della sesta sessione TABATA con le due tecniche di percussione di pugno della Xinjia consente di ipotizzare un ulteriore lavoro: l’estrazione delle tecniche di percussione dalle due grandi sequenze di movimenti del Chen Xinjia per l’implementazione di ulteriori sessioni HIIT a vuoto e, specialmente, a bersaglio, nell’ottica di inserire nell’allenamento al pugilato ortodosso di Chenjiagou quelle componenti necessarie al recupero della capacità minime, almeno su bersaglio fisso, d’ingaggio e striking proprie dell’arte marziale.
This is a part of my study draftnotes, less or more ordered, about history and nomenclature of Wushu generally, more in particular focused about orthodox fighting system of Chenjiagou, the latter my specific ambit.
Among this studying working-flow, I evidenced and tried to organize in the most coherent possible way some common parts ascribable or linked to Wing Chun Quan, for a contextualization of the style as one of Wushu proper method.
Besides historical-social analysis, topic remains nomenclature and terminology which could be considered as one of the objective data available for attempting some crossing-references and etimologies activity.
Analogies and parallelisms among Chenjiagou Ortodox fighting system and Wing Chun Boxing share a common consideration as both as traditional Chinese Wushu methods, if by “traditional” is meant what
Chineses themselves indicate by the term 传统Chuán tǒng.
Study of modern and contemporary historical events seems to document that both Wing Chun Quan and Taiji Quan shared had and still having today common or at least comparable features, characteristics and dynamics into the development and spreading in the West.
Notes of analysis of available historical documents follows, with nomenclature study and – where possible – English and Italian annotations.